A cosa serve l’ecocardiogramma fetale?
La Prof.ssa Maria Giovanna Russo, esperta in Cardiologia Pediatrica a Napoli, ci spiega in cosa consiste l’ecocardiogramma fetale, una procedura diagnostica utilizzata per valutare la salute cardiaca del feto
Che cos’è un ecocardiogramma fetale e a cosa serve?
L’Ecocardiogramma fetale è una metodica che consente, attraverso l’utilizzo di un apparecchio che permette la visualizzazione del cuore del feto, di diagnosticare circa il 70% delle patologie cardiache. Questa percentuale è dovuta in parte alla diversa circolazione del feto rispetto al neonato - infatti prima della nascita esistono due comunicazioni che dovranno poi chiudersi da sole dopo la nascita e che quindi sono aperte durante la vita fetale (Dotto di Botallo e Forame ovale pervio ampio) - e in parte dalla difficoltà a visualizzare alcune anomalie prima della nascita, come ad esempio la coartazione aortica o le anomalie dei ritorni delle vene polmonari o le piccole comunicazioni settali interventricolari. Le patologie suddette non si possono escludere con certezza e rappresentano i limiti della metodica di indagine cardiaca prenatale. Si possono invece visualizzare molte cardiopatie anche complesse come il ventricolo unico, la trasposizione delle grandi arterie, il canale atrio-ventricolare completo, la Tetralogia di Fallot, le ampie/moderate comunicazioni interventricolari e tante altre malformazioni cardiache. Infine alcune cardiopatie, le ostruzioni alle uscite dei due ventricoli (stenosi aortica, stenosi polmonare) possono essere evolutive e cioè peggiorare durante la gravidanza stessa.
Quando si dovrebbe eseguire?
L’esame ecocardiografico quindi, proprio perché non può dare la certezza di “cuore sano”, va effettuato quando ci sono sospetti all’esame ecografico generale o quando vi sono precise indicazioni materne o fetali stabilite dalle linee guida. Classicamente un ecocardiogramma fetale si esegue dalla 19esima alla 22esima settimana di gestazione, dopo l’eco strutturale generale del feto, quando ci sono delle precise indicazioni ad eseguire un approfondimento sul cuore fetale. Tuttavia oggi è possibile visualizzare il cuore fetale anche dalla 13 esima settimana, ma con una sonda transvaginale e con ancor più limitate possibilità di escludere la presenza di una malformazione.
Cosa prevede la procedura?
La procedura prevede l’utilizzo di un trasduttore che si poggia sull’addome della donna gravida e può durare dai 15-20 minuti in media, ma dipende dalla posizione del feto, dal grasso addominale materno e dalla finestra acustica, quindi può durare anche di più. Non è un’indagine dolorosa, può essere fastidioso per la madre mantenere la posizione supina, ma è a mio parere più lo stress psicologico che va tenuto in considerazione da parte di noi medici che eseguiamo l’esame.
L’ecocardiogramma fetale può avere effetti collaterali?
Non sono riportati effetti collaterali per l’ecocardiogramma fetale transaddominale, che è una metodica di immagini assolutamente non invasiva per la madre e per il feto, e gli ultrasuoni che permettono la visualizzazione del cuore fetale non sono dannosi.