Artrosi: che cosa sappiamo?
L’artrosi è un fenomeno degenerativo che origina dalla cartilagine articolare per poi coinvolgere i diversi compartimenti di una articolazione. Approfondiamo questo argomento nel seguente articolo
Quali articolazioni colpisce l’artrosi?
Tutte le articolazioni possono essere interessate, ma la localizzazione all'anca è una delle più importanti sia per la frequenza con cui si manifesta, sia per la grave invalidità che ne può conseguire; in Italia interessa circa il 15% della popolazione adulta con un drastico aumento della prevalenza in rapporto all'età ed una più precoce insorgenza nel sesso femminile.
Un documento dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) rileva che l’elevata morbilità della coxartrosi, che si riflette nel graduale sviluppo di dolore e nella riduzione della funzionalità articolare, rende necessario un intervento di artroprotesi dopo 10 anni di malattia in almeno il 30% dei pazienti.
In quante tipologie si categorizza l’artrosi?
In linea generale le artrosi possono suddividersi in primitive e secondarie: le primitive si verificano in articolazioni che non hanno difetti meccanici né postumi di patologia infiammatoria; invece, in quelle secondarie sono riconoscibili momenti causali (ad esempio pregresse fratture) che, alterando la biomeccanica o le superfici articolari, ne favoriscono l’usura determinando l’artrosi.
Quali sono i sintomi?
I sintomi che conducono il paziente dal chirurgo ortopedico sono il dolore e la limitata escursione articolare.
Il dolore presenta un tipico ciclo a tre tempi: è vivace al mattino, quando l’articolazione viene “rimessa in moto” dopo il riposo notturno; si attenua nel corso della giornata quando l’articolazione è in movimento; e torna evidente la sera quando l’articolazione è ormai “stanca”.
Il dolore indotto dal movimento provoca per via riflessa la contrattura della muscolatura circostante per cui si osserverà una limitazione precoce del movimento.
Cosa fare in caso di artrosi?
Per lo studio dell’artrosi, sia nella valutazione diagnostica che per la pianificazione di un eventuale intervento chirurgico, la radiologia convenzionale rappresenta tuttora la più significativa ed immediata metodica di imaging.
Gli obiettivi della terapia sono:
- rallentare l'evoluzione della malattia
- prevenire le deformazioni e le invalidità
- diminuire il dolore
- ridurre l'infiammazione
- eliminare i fattori di rischio e di aggravamento
- salvaguardare e migliorare la qualità di vita
È necessaria un'accurata programmazione terapeutica che non deve tuttavia essere intesa come la semplice trasposizione passiva sui pazienti di rigidi protocolli, ma come la possibilità di variare in modo elastico le modalità di intervento, alternando e graduando le misure terapeutiche in modo da instaurare un trattamento costantemente adeguato al quadro clinico e alle necessità del paziente.
I migliori risultati si ottengono affiancando alle misure farmacologiche (FANS, terapia infiltrativa, terapia di fondo) alcune norme elementari di prevenzione (calo ponderale, riduzione o eliminazione di attività fisiche eccessive o incongrue, assunzione di posture corrette diurne e notturne, ecc.) e provvedimenti di rieducazione funzionale (fisiochinesiterapia, ergoterapia, ecc.). Deve essere costantemente tenuto presente anche il mantenimento delle attività della vita quotidiana, delle capacità lavorative e dell'autonomia in ambito familiare e sociale.
Una malattia cronica come l'artrosi non causa solo dolore e limitazione funzionale, ma comporta spesso uno stato di rassegnazione e depressione ed un deterioramento della propria immagine che possono essere risolti solo con l'informazione e la responsabilizzazione dei malati.