Attenzione all’osteoporosi!
L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da una ridotta massa ossea e da alterazioni qualitative dell’osso, che si accompagnano ad un aumentato rischio di frattura. Approfondiamo questo argomento con la Dott.ssa Cristina Ladu, esperta in Endocrinologia
Tipologie di osteoporosi e incidenze
Le forme primitive di osteoporosi comprendono quella post-menopausale e quella senile; le forme secondarie invece possono coinvolgere soggetti di qualsiasi età affetti da patologie croniche o in trattamento con farmaci in grado di interferire con il metabolismo osseo.
L’incidenza di osteoporosi aumenta con l’età, interessando una buona parte della popolazione dopo gli 80 anni. In Italia circa 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini risultano affetti da osteoporosi.
Quali sono i sintomi?
L’osteoporosi di per sé è una malattia silente, diventa sintomatica quando si manifesta la frattura da fragilità.
È importante sottolineare che non di rado le fratture, in particolare quelle delle vertebre, possono essere asintomatiche ed è pertanto fondamentale nel processo diagnostico identificare i soggetti a rischio.
Quali sono i principali fattori di rischio dell’osteoporosi?
I principali fattori di rischio per l’osteoporosi sono l’età, il sesso femminile, l’aver già avuto fratture da fragilità (in particolare vertebre, collo del femore, polso), la familiarità per fratture, il fumo di sigaretta, l’alcol, la carenza di vitamina D, un ridotto apporto di calcio con la dieta, la menopausa precoce e la scarsa attività fisica.
Numerose sono le malattie croniche associate all’osteoporosi:
- malattie autoimmuni sistemiche
- malattie che inducono quadri di malassorbimento
- trapianto d’organo
- BPCO
- alcune malattie endocrine quali l’iperparatiroidismo primitivo
- ipogonadismo
- ipercortisolismo
- ipertiroidismo
Come avviene la diagnosi?
La diagnosi di osteoporosi viene fatta attraverso la densitometria ossea (MOC) che misura la densità minerale ossea. Il risultato viene espresso come T-score e quando questo valore è ≤ a -2,5 Sd si parla di osteoporosi.
I dati ottenuti dalla densitometria ossea vanno quindi integrati con le informazioni clinico-anamnestiche del paziente, con i risultati degli esami di laboratorio (di primo e di secondo livello), al fine di definire il rischio complessivo di frattura, escludere forme secondarie e definire la terapia farmacologica più appropriata.
Cosa fare in caso di osteoporosi?
Esistono diversi farmaci per la terapia dell’osteoporosi che si sono dimostrati efficaci nel migliorare la densità minerale ossea e nel ridurre il rischio di frattura. Questi farmaci vengono utilizzati sia in prevenzione primaria, ossia in soggetti ad aumentato rischio di frattura, sia in prevenzione secondaria per ridurre il rischio di andare incontro a nuove fratture in chi ha già sperimentato una o più fratture da fragilità.
Accanto ai farmaci è fondamentale un adeguato apporto di calcio e vitamina D, avere uno stile di vita sano, fare regolare attività fisica, evitare il fumo e gli alcolici. È inoltre importante adottare tutti gli accorgimenti per limitare il rischio di caduta.