Calcolosi: che cos’è e come combatterla
I calcoli sono delle concrezioni calcaree, delle “pietre”, e sono il frutto di una aggregazione di vari cristalli
Cause e sintomi
Le urine sono una soluzione liquida ma sovrassatura quindi in teoria chiunque dovrebbe sviluppare i calcoli, che però non si sviluppano o per lo meno, non frequentemente, poiché ci sono dei fattori protettivi; quando invece si formano, significa che ci sono delle problematiche anatomiche e quindi un ristagno di urina nel rene, o probabilmente delle cattive abitudini come quella di bere poca acqua.
I pazienti che soffrono di calcolosi avvertono dolori molto forti, che spesso portano all’ospedalizzazione, utile anche per individuare esattamente dove si trova il calcolo.
Calcolosi renale e uretrale
La differenza tra una calcolosi renale e una ureterale è la colica.
Infatti, fin quando il calcolo si trova nel rene la colica non si ha perché non ostruisce; quello che dà la colica, ossia il dolore, è l’ostruzione, che avviene quando il calcolo si muove e impegna l’uretere.
L’uretere è una struttura tubulare che va dalla pelvi renale, dall’addome, fino in basso alla vescica. Si tratta di un percorso lungo e tortuoso, e lì l’uretere può bloccare il calcolo, e quindi arrestarne la progressione e creare una stasi di urina che distende il rene e di conseguenza scatena la colica.
Diagnosi
Proprio manifestando la colica, avviene la diagnosi, che è di tipo ecografico; in altri casi si può trovare il calcolo anche durante ecografie svolte per altri motivi e quindi capita che, occasionalmente, vengono scoperti dei calcoli nel rene. Per caratterizzare la calcolosi bisogna poi ovviamente effettuare esami come la TAC.
Cure e trattamenti
Il trattamento è urgente quando il calcolo, in uretere, determina ostruzione per cui si rendono necessarie diverse metodiche endoscopiche per evitare che il paziente continui a stare male.
In linea generale, si accede dal meato uretrale esterno, si entra in vescica e si imbocca l’uretere in cui si trova il calcolo; risalendo ancora, tramite strumentazione laser si va a frantumare. Viene poi lasciato un tubicino per far si che tutti i frammenti vengano drenati correttamente.
Nel caso in cui si tratti di calcolosi complesse renali, si può procedere anche effettuando un accesso percutaneo a livello del fianco; in maniera mirata si va all’interno del rene e sempre tramite l’utilizzo del laser si frantumano i calcoli. Anche in questo caso viene lasciato un tubicino detto nefrostomico che verrà poi rimosso dopo alcuni giorni.
In conclusione, la calcolosi è facilmente diagnosticabile, e si tratta in maniera mininvasiva o addirittura con le onde d’urto extracorporee che non hanno bisogno di anestesia. Queste si eseguono in regime ambulatoriale e il paziente può essere dimesso anche il giorno stesso.