Calcolosi urinaria: scopri tutto quello che c’è da sapere!
La calcolosi urinaria ha afflitto l’umanità sin dai tempi antichi, con la descrizione dei primi casi di calcolosi vescicale e renale nelle mummie egizie risalenti al 4800 a.C. Scopriamo in che cosa consiste grazie all’intervento del Dott. Raffaele Gambardella, specialista in Urologia a Napoli
Calcolosi urinaria, litiasi o calcoli renali: di che cosa si tratta?
I calcoli delle vie urinarie possono essere classificati in base alle dimensioni, alla sede, alle caratteristiche radiologiche, all’eziologia di formazione, alla composizione ed al rischio di recidiva.
In Italia e nei Paesi industrializzati, la prevalenza della nefrolitiasi nei pazienti adulti varia dall’1 al 10%, con un rapporto maschi/femmine sempre maggiore di 1.
Quali sono le cause?
Per alcuni tipi di calcolosi il meccanismo di formazione è semplicemente riconducibile alla sovrasaturazione, che rappresenta una condizione per la quale un sale, disciolto in acqua, tende a trasformarsi allo stato solido, per lo più cristallina.
Questa situazione si applica in pratica a tutti i tipi di calcoli, tranne che a quelli di ossalato e di fosfato di calcio, dove la formazione di questo tipo di calcoli consegue alla rottura di un equilibrio tra fattori favorenti e fattori inibenti la litogenesi.
Le misure dietetiche rappresentano il primo livello di intervento nella prevenzione primaria ed in quella secondaria delle recidive. Inoltre, da sempre, l’aumento del volume urinario e, quindi, un’opportuna idratazione (2-3 litri di acqua al giorno), è ritenuto un mezzo fondamentale per la prevenzione della calcolosi urinaria.
Come si diagnostica?
La diagnostica per immagini più appropriata dipende dalla situazione clinica e dal sospetto della sede del calcolo renale o ureterale.
I pazienti con calcoli ureterali si presentano di solito con dolore al fianco, vomito e talvolta febbre.
Una valutazione immediata è indicata nei casi di pazienti minorenni, con febbre o quando c’è un dubbio riguardante la diagnosi di colica renale.
L’Ecografia viene utilizzata come primo strumento di diagnostica per immagini.
La TC senza mezzo di contrasto è diventata, invece, lo standard per la diagnosi del dolore acuto al fianco ed ha sostituito l’Urografia.
Uno studio con contrasto è importante se si intende rimuovere il calcolo e si ha bisogno di valutare l’anatomia del sistema calico-pielico.
È possibile curare la calcolosi urinaria?
I farmaci antinfiammatori non steroidei sono efficaci nel trattamento della colica renale e si sono dimostrati migliori degli oppioidi. In caso di sepsi con calcolo ostruente è necessario drenare d’urgenza le vie urinarie mediante l’applicazione di una nefrostomia percutanea o di uno stent ureterale.
Una Terapia Medica Espulsiva (MET) con l’utilizzo di farmaci α-litici si è dimostrata essere efficace nel trattamento dei pazienti con calcoli ureterali candidabili ad un trattamento conservativo. I maggiori benefici si ottengono in quelli con calcoli di dimensioni ≥5 mm situati nell’uretere distale.
Le più diffuse forme di trattamento per i calcoli reno-ureterali, attualmente a disposizione, sono rappresentate da:
- Litotrissia Extracorporea ad Onde d’Urto (ESWL)
- Ureterorenoscopia (URS)
- Chirurgia Intrarenale Retrograda (RIRS)
- Nefrolitotrissia Percutanea (PNL)
Quest’ultima rappresenta la prima scelta terapeutica per calcoli renali voluminosi (>2 cm).
Lo scioglimento dei calcoli attraverso un trattamento farmacologico rappresenta, invece, un’opzione soltanto per i calcoli di acido urico.