Cardiomiopatie: conosci i sintomi e i trattamenti?
Le cardiomiopatie sono un gruppo di malattie che colpiscono primariamente il muscolo cardiaco. Cerchiamo di capire di che cosa si tratta esattamente e cosa fare in caso si manifestino
Quante tipologie esistono di cardiomiopatie?
Si distinguono principalmente in 4 tipi:
- cardiomiopatia dilatativa che è caratterizzata dalla dilatazione di tutte le camere cardiache;
- cardiomiopatia ipertrofica che è caratterizzata da un inspessimento delle pareti ventricolari;
- cardiomiopatia restrittiva in cui si osserva un irrigidimento del tessuto miocardico;
- displasia aritmogena del ventricolo destro che si contraddistingue per la morte di una porzione del sistema elettrico cardiaco.
Quali sono i sintomi?
In tutti i casi i sintomi di solito si sviluppano gradualmente e sono rappresentati da un vago dolore toracico, perdita di coscienza, palpitazioni, debolezza, emboli che possono raggiungere tutti gli organi ed apparati, dolore toracico e morte cardiaca improvvisa che a volte rappresenta l’esordio della malattia.
La cardiomiopatia restrittiva è in genere complicata da edemi alle gambe e fegato ingrossato.
In presenza di alcuni di questi sintomi il paziente viene sottoposto ad una valutazione clinica e strumentale di cui quest’ultima consiste nell’esecuzione di un ecocardiogramma, nella registrazione dell’elettrocardiogramma per 24 o 48 ore, in un eventuale studio elettrofisiologico (che consiste nell’indurre i disturbi del ritmo tramite una stimolazione elettrica), in un eventuale test da sforzo utile per la valutazione della tolleranza allo sforzo (che può aiutare anche nella valutazione della evoluzione), nella RMN, utile per definire le varie anormalità miocardiche.
Come si curano le cardiomiopatie?
Il trattamento consiste nella perdita di peso, nel controllo dello scompenso del cuore e dei disturbi del ritmo cardiaco e nella prevenzione della formazione di emboli.
Trattandosi in tutti i casi di alterazioni della struttura del muscolo cardiaco su base primitiva la causa principale è l’ereditarietà.
Ne consegue che in presenza di un caso è necessaria un’indagine familiare completa (genitori, fratelli, figli, cugini, zii) per individuare tramite la diagnostica i casi misconosciuti e provvedere ad una diagnosi precoce al fine di preservare i suddetti da una evoluzione pericolosa. Solitamente la cardiomiopatia dilatativa, che è la forma più comune, ha modalità di trasmissione autosomica dominante, ciò significa che in presenza di un gene anche su un solo cromosoma si manifesta in forma più o meno grave (attualmente sono state identificate più di 200 differenti mutazioni).
In tutti i casi uno stile di vita sano mantiene la salute del cuore ed evita o ritarda la comparsa e le complicanze di tali patologie. I pazienti vanno informati della necessità di sottoporsi ad una dieta dimagrante a scarso contenuto di sale, di praticare un modesto esercizio fisico isotonico (come passeggiate, nuotate, pedalate in bicicletta) a basso carico, di evitare gli esercizi isometrici come il sollevamento pesi. Per prevenire le complicanze della cardiomiopatia ipertrofica è possibile proporre ai pazienti ad alto rischio l’impianto di un cardiodefibrillatore.
I pazienti sintomatici possono iniziare la terapia farmacologica con bloccanti dei canali del sodio o del calcio che riducendo la frequenza cardiaca permettono un miglior riempimento ed un risparmio di ossigeno. Nella miocardiopatia ipertrofica in alternativa alla terapia medica è prevista la resezione chirurgica.
In tutti i casi è contemplata un’evoluzione verso il trapianto cardiaco.