Cattiva digestione: come influenza la nostra vita
Circa il 30-40% degli italiani soffre di cattiva digestione, ma solo il 10% sceglie di rivolgersi al medico o da un Gastroenterologo per trovare una soluzione al problema. Se sottovalutata la dispepsia può diventare una vera e propria malattia, che condiziona negativamente la qualità della vita
Obesità, uno stile di vita sedentario, una cattiva nutrizione, fumo, alcol e stress sono alcuni dei fattori principali che influiscono sul nostro organismo e sulla digestione. Generalmente, chi soffre di cattiva digestione avverte un senso di pienezza e pesantezza sia durante che dopo la fine di un pasto. Questo “peso sullo stomaco” è spesso accompagnato da malesseri fisici come bruciore, rigurgiti acidi, dolore addominale, nausea e vomito. Ma come incide sulla vita di tutti i giorni?
Problemi fisici legati alla cattiva digestione:
- I soggetti si sentono fisicamente deboli e stanchi. Il cibo che non viene digerito correttamente, infatti, non viene assorbito dal circolo ematico e non viene implicato nel processo di produzione dell’energia. Il mancato assorbimento, poi, fa sì che anche quelle vitamine o i minerali che si assumono attraverso il cibo vengano meno. Con il tempo, la mancanza di questi elementi essenziali aumenta il rischio di malattie gravi.
- Il cibo che non viene digerito produce gas. Oltre a problemi imbarazzanti come eruttazione o meteorismo, il gas provoca una distensione dolorosa dello stomaco e forti fitte addominali. Inoltre, vengono alterati i movimenti intestinali, con conseguenze pesanti come diarrea e stitichezza: oltre al malessere fisico, i soggetti si sentono in imbarazzo e la qualità della vita peggiora notevolmente, avendo a che fare con disturbi che limitano le normali attività quotidiane.
Problemi psicologici legati alla cattiva digestione:
- La cattiva digestione influenza la psiche. I soggetti che soffrono di questo disturbo, infatti, provano un grande disagio nel relazionarsi con le altre persone, a causa di problemi come l’alitosi o la flatulenza. La paura di stare male, poi, fa sì che si rinunci ad uscite con gli amici, ad inviti a cena, a pranzi con i colleghi, andando a cancellare la vita e i rapporti sociali con le altre persone. A lungo andare, la dispepsia potrebbe portare una persona ad isolarsi e a sentirsi completamente inadeguata nella società.
- Si è soliti associare questi sintomi a ciò che si è mangiato, senza tenere in considerazione altri importanti fattori come stress o poco movimento. Ciò porta a sviluppare una fobia per il cibo. Alcuni soggetti potrebbero eliminare dalla propria dieta importanti alimenti fonti di sostanze essenziali per l’organismo; in altri casi le conseguenze potrebbero essere più gravi, come rigettare completamente l’idea di mangiare.
Solo una piccola percentuale degli italiani affetti da dispepsia chiede il consiglio di uno specialista. È importante capire che i “rimedi della nonna” possono aiutare solo nel caso di episodi isolati. Se la cattiva digestione diventa un problema di tutti i giorni, è necessario recarsi dal proprio medico e chiedere un parere. Anche se nella maggioranza dei casi basta cambiare le proprie abitudini alimentari, a volte la dispepsia potrebbe essere il sintomo di un problema più grave.
Karin Mosca