Chirurgia conservativa dei tumori renali
Cosa bisogna fare in caso di tumore ai reni? Ce lo dice il nostro esperto in Urologia a Napoli, il Dott. Paolo Fedelini!
Tumore renale: di cosa si tratta?
I tumori del rene hanno un’incidenza variabile tra uomo e donna (da 18 a 9 per 100.000 abitanti per anno). Ci sono alcuni fattori genetici che ne favoriscono l’insorgenza; inoltre ci sono correlazioni con l’età, il fumo di sigaretta, l’obesità, l’ipertensione e le malattie renali cistiche. Nel 30% dei casi esordisce già con le metastasi.
Come si riconosce?
La maggior parte dei tumori renali che oggi vengono all’osservazione sono incidentali, cioè scoperti per caso nell’effettuazione di altre indagini (ecografia, TAC,RM) indicate per altri motivi. In pochi casi la diagnosi è clinica (massa addominale, ematuria, dolore lombare). La diagnosi viene fatta inizialmente con l’ecografia (sospetto) e poi definita meglio con la TC con mezzo di contrasto o la RM.
Quali sono le possibilità chirurgiche?
La chirurgia può essere:
- Conservativa: asportazione del solo tumore con risparmio del rene, come la maggior parte dei casi che oggi vengono all’osservazione);
- Demolitiva: asportazione completa del rene, è indicata sempre se le condizioni generi del paziente lo permettono.
Le controindicazioni sono proprio le condizioni scadenti del paziente o la presenza di molte metastasi all‘esordio clinico.
Perché scegliere l’approccio conservativo?
L’approccio conservativo deve essere realizzato sempre se tecnicamente possibile. Consiste nel rimuovere con tecnica mini-invasiva (laparoscopica o robotica) o tecnica open la massa tumorale risparmiando parte del rene sano. Questa tecnica prevede un tempo emorragico più o meno prolungato a seconda della tecnica utilizzata. L’intervento dura a 1 a 2 ore. Il follow-up è molto lungo come per tutti i tumori e prevede l’effettuazione di una TAC all’inizio ogni 6 mesi poi ogni anno.