Chirurgia dell'ernia inguinale: rischi, benefici e linee guida
Quali sono i criteri fondamentali che i chirurghi considerano per determinare se un paziente con un'ernia inguinale debba essere sottoposto a intervento chirurgico? In questo articolo il Dott. Antonio Marioni ci parla della chirurgia dell'ernia inguinale ma anche dei rischi a essa associati, delle opzioni di trattamento disponibili e delle linee guida attuali
Requisiti per l’intervento chirurgico
Quando si valuta la necessità di un intervento chirurgico per un'ernia inguinale, devono essere attentamente considerati diversi criteri:
- In primo luogo, è necessario prendere in considerazione i sintomi riportati dal paziente, come dolore, bruciore, sensazione di pesantezza o difficoltà nei movimenti;
- Bisogna valutare il rischio di strozzamento dell'ernia: più elevato nelle ernie crurali, meno comune nelle ernie inguinali indirette e raro nelle ernie inguinali dirette;
- Infine, è utile rilevare la presenza di eventuali condizioni patologiche associate del paziente, poiché potrebbero condizionare la decisione sull'intervento chirurgico.
Gestione dei rischi
I rischi associati alla procedura chirurgica per l'ernia inguinale dipendono principalmente dalla presenza di eventuali patologie preesistenti del paziente, come cardiopatie, diabete mellito o obesità. Le complicanze più comuni dell'intervento chirurgico includono:
- la raccolta di siero e l'ematoma nella ferita chirurgica, che possono essere gestiti con medicazioni adeguate e monitoraggio;
- la possibilità di recidiva dell'ernia, specialmente nelle ernie inguino-scrotali di dimensioni considerevoli, che potrebbero richiedere un ulteriore intervento chirurgico;
- il dolore cronico a lungo termine è un'altra possibile complicanza, che di solito può essere gestita efficacemente con terapia antidolorifica.
Opzioni di trattamento
Esistono diverse opzioni di trattamento per l'ernia inguinale, e la scelta dipende dal tipo di ernia:
- Per le ernie inguinali presenti su un solo lato, il trattamento classico per via inguinotomica è spesso preferito. Questo coinvolge un'incisione inguinale con anestesia locale e sedazione, e può essere eseguito come day surgery con dimissione il giorno stesso dell'intervento.
- Per le ernie inguinali bilaterali o recidivate, la tecnica mininvasiva laparoscopica in anestesia generale è spesso raccomandata. Questa tecnica offre una ripresa più rapida e un minor dolore postoperatorio rispetto alla chirurgia tradizionale.
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Scelta chirurgica
La gravità di un’ernia inguinale dipende dal tipo di ernia, considerando che quelle più grosse e quelle indirette hanno un rischio maggiore di complicarsi con uno strozzamento rispetto a quelle piccole o quelle dirette. La scelta della tecnica può dipendere dalle dimensioni dell’ernia, dalla presenza di patologie associate e soprattutto dalla preparazione del chirurgo a poter mettere a disposizione del paziente tutte le tecniche disponibili.
Raccomandazioni e linee guida
Le linee guida attuali suggeriscono che:
- un paziente con un'ernia inguinale intasata riposizionata in sede in pronto soccorso dovrebbe essere operato entro 30 giorni (priorità A);
- Per i pazienti con sintomi che rendono la situazione sociale e lavorativa difficilmente gestibile, l'intervento chirurgico è raccomandato entro 90 giorni (priorità B);
- Per i pazienti scarsamente sintomatici o asintomatici, è possibile un monitoraggio continuo o un intervento chirurgico entro 180 giorni (priorità C).