Chiusura auricola sinistra nella fibrillazione atriale
La Fibrillazione Atriale (FA) è un disturbo del ritmo cardiaco, è l’aritmia più comunemente riscontrata nella pratica clinica giornaliera e rappresenta un importante fattore di rischio per l’Ictus cerebrale con origine cardio-embolica. Ci dice di più il Dott. Salvatore Arcidiacono, specialista in Cardiologia a Milano e a Cologno Monzese.
Ictus cerebrali e fibrillazione atriale: una relazione importante
Tutti i pazienti affetti da FA hanno un rischio annuo 5 volte più alto rispetto alla popolazione generale senza la Fibrillazione Atriale. In particolare circa l’85% di tutti gli Ictus cerebrali hanno una genesi tromboembolica, e nel dettaglio provengono da coaguli di sangue formatosi nell'auricola sinistra, una regione cardiaca che, per la particolare conformazione anatomica che possiede, crea il rallentamento e quindi il ristagno di piccole quantità di sangue che sono la base nella formazione del trombo. Una volta formatisi in questa zona, potrebbero fuoruscire e andare a migrare in regioni nobili del nostro corpo, come il cervello, creando la chiusura di un’arteria con conseguente ischemia regionale detto volgarmente ictus, con sintomi a tutti ormai noti. Tra i più comuni ricordiamo: alterazione della parola, alterazioni dei movimenti dei 4 arti, alterazione della sensibilità in alcune zone corporee, disorientamento spazio-temporale, etc.
Qual è il trattamento più efficace per prevenire l’ictus cerebrale?
Ad oggi, il trattamento più efficace per la prevenzione dello Stroke o ictus cerebrale è la terapia anticoagulante orale fatta da farmaci che agiscono sulla cascata della coagulazione allungando il tempo di coagulazione (vecchia Terapia TAO : Sintrom e Coumadin i farmaci più rappresentativi ) o con farmaci che bloccano alcuni elementi della cascata coagulativa (NAO : Xarelto , Pradaxa , Lixiana , Eliquis i farmaci più noti in commercio).Tali farmaci hanno una comprovata efficacia nel ridurre l’incidenza dell’ictus, ma non sono purtroppo scevri di effetti collaterali descritti abbondantemente in letteratura come l’aumentato rischio emorragico in distretti come il cervello, l’ apparato gastro-enterico etc.
L’Auricola sinistra
L’auricola sinistra rappresenta quindi una piccola estroflessione dell’atrio sinistro; la sua forma è molto variabile per la presenza di piccoli anfratti detti “lobature multiple”, dove si formano i trombi incriminati. Le dimensioni dell’orifizio dell’auricola sono anch’esse variabili da soggetto a soggetto e oscillano da circa 1 a 3 cm.
L’auricola sinistra è coinvolta nella genesi dell’Ictus cerebri in circa il 90% dei pazienti con presenza di Fibrillazione Atriale; pertanto, l’occlusione meccanica dell’auricola potrebbe ridurre drasticamente il rischio di stroke. Ampi studi clinici hanno dimostrato che i dispositivi utilizzati per il trattamento preventivo delle tromboembolie cerebrali, in pazienti affetti da fibrillazione atriale, hanno dato risultati incoraggianti in termini di efficacia e di sicurezza clinica.
Chi è il candidato ottimale alla chiusura dell’auricola sinistra?
La chiusura dell’auricola, attualmente, è indicata in pazienti selezionati affetti da fibrillazione atriale permanente ad alto rischio stroke e con controindicazione al trattamento anticoagulante orale classico per alto tasso di sanguinamento, ipersensibilità ai componenti o con difficoltà a mantenere il valore di INR (International Normal Ratio o tempo di coagulazione) nei limiti di range terapeutico, o pazienti che hanno avuto eventi trombo-embolici nonostante la terapia anticoagulante in atto.
Come viene eseguita la chiusura dell’auricola sinistra?
La chiusura effettuata mediante tecnica percutanea in anestesia generale vede l’inserimento, attraverso una vena della gamba, del dispositivo che viene montato su un sottile catetere e che, giungendo in atrio sinistro mediante una puntura tran-settale, attraversa il setto che separa l’ atrio sinistro da quello destro, quindi si apre il dispositivo occludente e si posiziona all’imbocco dell’auricola sinistra, occludendola completamente ed evitando così la formazione di trombi nell'auricola in questione. La dimensione della protesi occludente viene decisa in base ai diametri misurati precedentemente angiograficamente e con l’ecocardiogramma transesofageo.
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Quale terapia deve fare il paziente successivamente alla chiusura?
Dopo la procedura di occlusione dell’auricola il paziente non necessiterà più di terapia anticoagulante orale, ma dovrà assumere una doppia terapia antiaggregante (aspirina + Clopidogrel) per 3 mesi, per poi rimanere solo in trattamento con aspirina a basso dosaggio.
In dettaglio: Se è stato impiantato un dispositivo tipo WATCHMAN, un trattamento iniziale con doppia terapia antipiastrinica per almeno 3 mesi, specialmente in pazienti ad alto rischio di sanguinamento. Per quanto riguarda i dispositivi Amplatzer Cardiac Plug (ACP) ed Amulet è indicata la doppia terapia antiaggregante per 1-6 mesi dopo la procedura.
Conclusione
Tutti i rischi associati all’occlusione percutanea dell’auricola sinistra sono bassi e il vantaggio che ne deriva per il paziente con le corrette indicazioni in pazienti precedentemente selezionati è veramente grande.
L’occlusione per via transcutanea dell’auricola sinistra rappresenta quindi una valida alternativa alla terapia anticoagulante orale a lungo termine per la prevenzione degli attacchi ischemici cerebrali in pazienti selezionati accuratamente con la fibrillazione atriale di origine non valvolare.