Come gli eventi traumatici influiscono sulla mente
Gli eventi traumatici e stressanti possono lasciare un'impronta profonda sulla psiche umana, manifestandosi in una varietà di disturbi mentali. Tra questi, il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) e il Disturbo da Stress Acuto sono tra i più comuni e clinicamente significativi. Approfondiamo l’argomento con il Prof. Paolo Brambilla, specialista in Psichiatria, Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e Psicoterapia a Milano
Disturbo Post-Traumatico da Stress (Post-Traumatic Stress Disorder, PTSD)
La life-time prevalence (ovvero la probabilità che un individuo sviluppi questa condizione nel corso della sua vita) nella popolazione degli Stati Uniti è stimata intorno all’8%. In Europa e nella maggior parte dei paesi asiatici e africani tale valore sembra essere di circa 10 volte inferiore. Il contesto socioculturale può condizionare la probabilità di incorrere in eventi gravemente traumatici, e quindi di PTSD. Ad esempio, la probabilità di sviluppare PTSD è più alta nei veterani di guerra o tra gli individui che nell’esercizio della propria professione hanno un rischio maggiore di esposizione a eventi traumatici (soccorritori, agenti di polizia, personale medico d’emergenza…). Anche la reattività psichica degli individui esposti, condizionata sia dal contesto culturale, sia da variabili psicologiche, sia dall’assetto genetico, può condizionare la probabilità di sviluppo. La prevalenza nel sesso femminile è più elevata.
Dal punto di vista patogenetico, il PTSD sarebbe correlato a meccanismi neurali che coinvolgono i circuiti che sottostanno alle reazioni di allarme e dell’apprendimento, che si instaurano in maniera maladattiva, determinando una risposta abnorme ad elementi esperiti in passato come minacciosi. In particolare, un ruolo centrale sarebbe svolto dall’amigdala.
Caratteristiche e sintomi
La caratteristica essenziale del disturbo è lo sviluppo della sintomatologia a seguito dell’esposizione ad un grave evento traumatico, ovvero un evento in cui l’individuo sia stato esposto a morte o grave minaccia per la vita o l’integrità fisica propria o di altri, o un’aggressione sessuale. L’individuo può aver avuto esperienza diretta dell’evento o esserne stato testimone diretto, oppure l’evento può aver interessato un famigliare o una persona vicina.
Le manifestazioni sintomatologiche sono variabili:
- ricorrenti ricordi intrusivi, ricorrenti incubi notturni;
- ricorrenti reazioni dissociative in cui il soggetto sente o agisce come se l’evento traumatico si stesse ripresentando, sino alla completa perdita di consapevolezza dell’ambiente circostante (flashback);
- intensa sofferenza psicologica o marcate reazioni fisiologiche all’esposizione a fattori che richiamano l’evento traumatico;
- evitamento attivo dei fattori che richiamano l’evento traumatico;
- incapacità di ricordare aspetti importanti dell’evento traumatico;
- convinzioni o aspettative negative riguardanti se stessi, gli altri, il mondo (“Io sono cattivo”, “Il mondo è rovinato”);
- attribuzioni di colpa incongrue a sé o agli altri circa l’evento traumatico;
- riduzione dell’interesse verso attività prima ritenute coinvolgenti e significative;
- sentimenti di distacco, estraneità verso gli altri;
- incapacità di provare emozioni positive;
- irritabilità, scoppi d’ira, condizione cronica di iperarousal neurovegetativo con esagerate risposte d’allarme, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione;
- comportamenti rischiosi e autodistruttivi.
Tipicamente il disturbo esordisce entro tre mesi dall’evento traumatico. L’esordio può avvenire o meno in continuità con un disturbo acuto da stress, cui segue in circa il 50% dei casi. In circa il 50% degli adulti il disturbo si risolve completamente nell’arco di tre mesi, negli altri casi permangono più a lungo sintomi lievi-moderati. Nel 10% dei casi i sintomi possono cronicizzare. L’80% dei pazienti con PTSD presenta una comorbilità con altri disturbi psichiatrici, in particolare con il disturbo da uso di sostanze e con i disturbi depressivi. È presente un significativo rischio suicidario, in particolare se è presente la comorbilità con i disturbi depressivi.
Trattamento
Il trattamento del disturbo da stress post-traumatico è, in prima battuta, psicoterapico. Per quanto concerne l’approccio psicoterapico vi sono forti evidenze di efficacia a favore della terapia cognitivo-comportamentale focalizzata sul trauma (trauma-focused CBT) e a favore dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Per quanto riguarda il trattamento psicofarmacologico, che ha un effect-size inferiore a quello delle terapie psicologiche citate, vi sono prove di efficacia per gli antidepressivi, sia SSRI, che SNRI e TCA.
Disturbo da stress acuto
Tale disturbo rappresenta la manifestazione patologica che si presenta in acuto a seguito di un grave evento traumatico. Le manifestazioni sintomatologiche ricalcano i sintomi del PTSD, ma a differenza di questo sono di natura transitoria, potendo durare da 3 giorni sino ad 1 mese.
Si stima che circa un terzo degli individui esposti ad un evento gravemente traumatico presenteranno una sintomatologia riferibile ad un disturbo da stress acuto. Circa la metà dei pazienti con PTSD presentavano un quadro iniziale di disturbo da stress acuto.
Il trattamento è analogo al PTSD.
Bibliografia
• Bipolar Disorder Vulnerability. Perspectives from Pediatric and High-Risk Populations. Editors: Soares JC, Brambilla P, Walss-Bass C. Elsevier Academic Press. 2018
• Manuale di Psichiatria Clinica. Editor: Brambilla P. Minerva Medica. 2019.
• Essentials- Manuale di Psichiatria Clinica. Editor: Brambilla P. Minerva Medica. 2020.
• Manuale di Neuroscienze Psichiatriche e Computazionali. Editor: Brambilla P. Minerva Medica. 2021.
• Mood Disorders: Brain Imaging and Therapeutic Implications. Editors: Selvaraj S, Brambilla P, Soares JC. Cambridge University Press. 2021.