Controllo dei nei: quando e perché?
Sapevi che tra i 30 ed i 50 anni sarebbe opportuno eseguire un controllo annuale dei nei? Il nostro esperto in Dermatologia a Milano, il Dott. Marco Marconi, ci spiega il perché
Cosa s’intende per mappatura dei nei?
La mappatura dei nei è una pratica medica che consente di osservare i nei del paziente e poterli monitorare nel tempo. In particolare, con la mappatura si ha la possibilità di identificare quelli che possono essere i nei sospetti attraverso la loro visualizzazione con strumenti elettromedicali specifici, come il videodermatoscopio.
Mappatura dei nei: di cosa si tratta?
La mappatura dei nei è una procedura che dura circa 30 minuti e non necessita di una preparazione particolare da parte del paziente, il quale viene spogliato e fatto distendere su un lettino. Dopo aver selezionato i nei da analizzare, si procede all’utilizzo del videodermatoscopio. Le immagini ricavate vengono salvateall’interno di un software che consente di eseguirne confronti seriati, vale a dire che possiamo confrontare le immagini raccolte e quindi verificare se il neo è soggetto a cambiamenti nel corso nel tempo. Inoltre, permette un’osservazione con un ingrandimento importante, per poter analizzare accuratamente le caratteristiche dei nei.
Questo esame non possiede nessuna controindicazione e nessun effetto collaterale, per cui tutti possono sottoporvisi.
Quando bisognerebbe eseguire il controllo dei nei?
A livello preventivo, si consiglia una prima osservazione nei ragazzi durante lo sviluppo puberale (a circa 11 anni). In seguito, si dovranno eseguire dei controlli annuali nelle persone tra i 30 ed i 50 anni (a livello statistico, il melanoma ha una maggiore incidenza in questa fascia d’età). Infine, per gli over 50, la mappatura dei nei può essere effettuata con cadenza biennale.
Ovviamente, per i soggetti che presentano fattori di rischio particolari i controlli periodici devono essere personalizzati.
Quali sono questi fattori di rischio?
Fototipi più chiari (fototipi 1 o 2, quindi carnagione chiara), capelli rossicci, occhi chiari, sono tutte caratteristiche che rendono un soggetto più predisposto alle scottature e allo sviluppo di patologie pericolose.
Oltre a questi, anche le persone con familiarità per nei numerosi, oppure una storia personale o familiare di tumori cutanei sono più a rischio, come anche chi possiede un’anamnesi di scottature significative o lavora spesso all’aperto sotto il sole.
Nei sospetti: quali caratteristiche dovrebbero avere per allarmare il paziente?
Esistono dei criteri che possono indicare la potenziale pericolosità di un neo, i cosiddetti “ABCD”:
- A= Asimmetria: un neo con una morfologia asimmetrica;
- B= Bordo: un neo con dei margini non lineari ma dentellati, irregolari;
- C= Colore: un neo con un colore molto intenso, scuro, pigmentato;
- D= Dimensione: un neo con una grandezza superiore ai 6 mm o comunque più grande della norma.
Bisogna però specificare che questi criteri sono importanti se valutati nel loro insieme, non singolarmente. Una caratteristica che invece potrebbe essere più utile per il paziente è la cosiddetta “ugly duck”, il segno del brutto anatroccolo, vale a dire un aspetto che rende un neo diverso dagli altri ed attira l’attenzione del paziente.
Cosa fare in caso di neo sospetto?
In caso di neo sospetto si procede ad un’asportazione in anestesia locale. Il neo rimosso verrà poi analizzato presso il servizio di Anatomia Patologica che ne definirà la natura (benigna, atipica o maligna). Se il neo è maligno, il protocollo è quello di eseguire un secondo intervento di asportazione, allargando la precedente cicatrice ad 1 cm (“allargamento del precedente intervento”). Se invece il neo è atipico è stato correttamente asportato e non necessita di ulteriori procedure.
L’importanza della fotoprotezione
I danni più importanti sulla pelle e che possono comportare la comparsa di un neo atipico sono dovuti ad un danno acuto dell’esposizione solare. Questo vuol dire che le persone che corrono un rischio maggiore non sono quelle che si espongono al sole in maniera moderata o ridotta durante tutto l’anno, ma quelle che prendono molto sole in poco tempo, ad esempio un weekend, senza proteggersi adeguatamente e scottandosi. In poche parole, il danno acuto cumulativo è più significativo di un danno cronico controllato.
Per questo è fondamentale sottolineare l’importanza di una corretta fotoprotezione: non tutti infatti sanno che i dispositivi di protezione solare che vengono generalmente utilizzati, anche quelli waterproof, hanno una tenuta chimica sulla pelle di massimo 3 ore. Ciò significa che non basta mettersi la crema solare la mattina per essere fotoprotetti tutta la giornata!