Cosa bisogna fare in caso di reflusso gastroesofageo?
Quali sono le possibili terapie per il reflusso gastroesofageo? Ce lo dice il Dott. Raffaele Annicchiarico, esperto in Gastroenterologia a Taranto
Reflusso gastroesofageo: quando preoccuparsi?
Il reflusso gastroesofageo una condizione dovuta a più fattori (e comunque ad uno squilibrio tra fattori difensivi e fattori aggressivi) ed è caratterizzato dalla risalita in maniera patologica del contenuto gastrico in esofago.
È un disturbo molto comune?
Si manifesta con svariati sintomi. I più comuni, detti sintomi esofagei e presenti in circa il 65% dei casi, sono la pirosi (bruciore) ed il rigurgito; ma esistono molti altri sintomi, cosiddetti extraesofagei, che potrebbero far pensare ad altre patologie, tra cui:
Il reflusso gastroesofageo è una patologia diffusissima nel mondo e, secondo le ultime stime, in Italia è compresa tra il 10 ed il 14.9%.
Cosa bisogna fare in caso di reflusso gastroesofageo?
Le terapie sono diverse e si avvalgono di farmaci con diversi meccanismi d’azione:
- Antisecretori
- Pro-cinetici
- Di barriera
La terapia più efficace, comunque, è quella antisecretiva che si avvale dei farmaci cosiddetti inibitori di pompa protonica (IPP). Importante è anche lo stile di vita che curi l’alimentazione ed il controllo del peso.
La terapia chirurgica è indicata nei pazienti che non rispondono alle dosi massimali con IPP, specie nei casi complicati eventualmente da manifestazioni exrtìtraesofagee, ma è anche un’opzione alla terapia medica nei pazienti con scarsa compliance al trattamento (es. pazienti giovani con malattia severa nei quali si prospetta un trattamento farmacologico per tutta la vita).