Cosa sapere sul rettocele: cause e cure disponibili
Il rettocele è una condizione che colpisce molte donne, spesso associata a disturbi del pavimento pelvico. Sebbene possa essere asintomatico, in molti casi può causare fastidi significativi come difficoltà nello svuotamento del retto e senso di incompleta evacuazione. Una diagnosi accurata e tempestiva è fondamentale per scegliere il trattamento più adatto, che può variare da approcci conservativi a interventi chirurgici. Se sospetti di soffrire di rettocele o hai sintomi simili, è importante consultare uno specialista per valutare le opzioni terapeutiche più appropriate
Cos’è il rettocele e come si manifesta: una condizione da conoscere
Il rettocele è una condizione caratterizzata dall'erniazione della parete anteriore del retto verso la vagina, spesso dovuta al cedimento dei muscoli elevatori dell'ano e del setto retto-vaginale. Questo disturbo è frequentemente associato a un prolasso urogenitale, che include il prolasso della vescica e dell'utero.
I sintomi del rettocele: quando prestare attenzione ai segnali
Il rettocele può passare inosservato, soprattutto se asintomatico. Tuttavia, quando presenta sintomi, questi possono includere sensazione di tumefazione in vagina e stipsi rettale, caratterizzata da difficoltà nello svuotamento del retto, necessità di spinte eccessive e senso di incompleta evacuazione.
Diagnosi del rettocele: gli esami fondamentali per una valutazione accurata
La diagnosi di rettocele deve essere effettuata da uno specialista coloproctologo. Essa si basa su una visita approfondita e l'analisi della storia clinica della paziente (anamnesi). Per confermare la diagnosi e determinare il volume e i rapporti del rettocele con altri organi pelvici, sono utili esami come la rx defecografia, la defeco-RM, e l'ecografia transanale. L’ecografia transperineale è particolarmente efficace per una valutazione dinamica della patologia ed è non invasiva.
Esami diagnostici avanzati: ecografia endoanale e transperineale
Ecografia endoanale
L'ecografia endoanale visualizza l'anatomia del canale anale e del retto, evidenziando le condizioni patologiche della regione anorettale. Questo esame, che non richiede preparazione intestinale, dura circa 15-20 minuti ed è condotto dallo specialista in chirurgia colo-rettale. È indicato per valutare fistole anali, incontinenza fecale, neoplasie del retto e dell’ano, dolore ano-rettale ed endometriosi pelvica, oltre ai disturbi del pavimento pelvico.
Ecografia transperineale
L'ecografia transperineale offre uno studio dettagliato dei tre compartimenti del pavimento pelvico, sia in fase statica che dinamica. La sonda è posizionata tra le grandi labbra nella donna e l’esame, privo di radiazioni, è indolore e non richiede sedazione. Questo esame, che dura circa 15-20 minuti, può sostituire in alcuni casi la defecografia ed è utile per studiare la sindrome da defecazione ostruita, prolassi urogenitali e incontinenza urinaria.
Trattamenti per il rettocele: dalla terapia conservativa alla chirurgia
Il trattamento del rettocele inizia con un approccio conservativo che include una dieta ricca di scorie, adeguato apporto idrico e l'uso di blandi lassativi, se necessario. Una vita meno sedentaria può migliorare significativamente i sintomi. La riabilitazione del pavimento pelvico, attraverso biofeedback, kinesiterapia e massaggi perineali, può essere molto efficace se condotta in centri specializzati.
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Tecniche avanzate e approccio multidisciplinare
Il trattamento chirurgico è considerato quando le terapie conservative non sono efficaci e il rettocele influisce notevolmente sulla qualità della vita. Diverse tecniche chirurgiche sono disponibili, e la scelta dipende da fattori come il volume del rettocele, la situazione sfinterica e l'età della paziente. È fondamentale un approccio multidisciplinare che coinvolga specialisti in coloproctologia, urologia e ginecologia. Gli interventi più comuni includono la colpoperineorrafia posteriore e i trattamenti per via transanale, eseguiti da coloproctologi esperti per garantire i migliori risultati e minimizzare le complicazioni.