Deficit dell'attenzione ed iperattività nell’adulto e nel bambino
Il Disturbo da Deficit d’Attenzione ed Iperattività, conosciuto anche con l’acronimo ADHD, è un disturbo caratterizzato da un livello di disattenzione, iperattività e impulsività inappropriati rispetto al livello di sviluppo del bambino. Ce ne parla il Dott. Paolo Cioni, esperto in Psichiatria a Firenze
Che cos’è il Deficit di Attenzione ed Iperattività?
Il Disturbo dell'Attenzione è una condizione di origine neurobiologica dell’età evolutiva e può essere diagnosticato abbastanza precocemente nella maggior parte dei bambini affetti.
Infatti, secondo uno studio eseguito nel 2014:
- Il 45% dei bambini riceve la diagnosi prima dei 7 anni;
- Il 31 % tra i 7 e i 12 anni;
- Il 18% tra i 12 e i 18 anni.
Può essere diagnosticato attraverso le seguenti valutazioni:
- Valutazione psichiatrica, neurologia e medica;
- Valutazione del livello cognitivo e di apprendimento;
- Valutazione della situazione sociale e di quella familiare.
Quali sono i sintomi di inattenzione che indicano la presenza di ADHD?
Attraverso dei test cognitivi e screening appropriati è possibile sospettare la presenza del disturbo. I sintomi di inattenzione che lo caratterizzano sono:
- Poca cura dei dettagli e difficoltà di organizzazione
- Errori di distrazione
- Facilità nel dimenticare cose abituali
- Scarsa attenzione nell’ascolto
- Facilmente distraibile dagli stimoli esterni
- Tendenza a perdere oggetti
- Difficoltà a portare a termine le attività
Quali, invece, i sintomi di iperattività e di impulsività?
Il bambino con ADHD presenta i seguenti sintomi di iperattività:
- Presenta un senso di irrequietezza;
- Tende ad alzarsi in classe, quando dovrebbe stare seduto;
- Corre e si arrampica quando non potrebbe;
- Non riesce a stare tranquillo, neanche durante il gioco;
- Si muove di continuo;
- Parla eccessivamente.
I sintomi di impulsività che caratterizzano il Disturbo da Deficit dell'Attenzione e dell'Iperattività sono:
- Tende a rispondere prima che la domanda sia stata completata;
- Non riesce ad aspettare il proprio turno;
- Interrompe continuamente;
- Si intromette nelle attività dei compagni o degli adulti.
Ai fini della diagnosi, quali strumenti possono essere utilizzati?
È molto utile servirsi di supporti diagnostici come l’Elettroencefalogramma Quantitativo (QEEG), che permette di superare il livello sintomatologico-comportamentale al fine di individuare cosa non funziona alla base.
La terapia d’elezione, come sostento dall’associazione dei pediatri USA, è la Neuroterapia Neurofeedback, addestramento mirato al miglioramento delle funzioni cerebrali. In questo caso si riscontrerebbero lentezza del cervello e bassa attività della corteccia sensori-motoria (legata all’empatia e alla socializzazione).