Disturbi alimentari? La causa potrebbe essere un disagio psichico
I disturbi alimentari rappresentano una delle sfide più complesse per la psichiatria moderna e un grande problema di salute fisica e mentale soprattutto nelle fasce giovani della popolazione Queste patologie, che combinano aspetti comportamentali, psicologici e biologici, richiedono infatti un’attenzione specialistica per comprendere i meccanismi sottostanti e intervenire efficacemente. Approfondiamo l’argomento con il Dott. Antonio Amatulli, Psichiatra a Vimercate.
Disturbi alimentari e psiche
I disturbi alimentari non sono semplicemente problemi legati al cibo, ma riflettono profondi conflitti psicologici, elementi di vulnerabilità genetica e aspetti profondamente relazionali e culturali. Tra le componenti psichiatriche più comuni troviamo:
- Distorsione dell’immagine corporea: una percezione alterata di sé, che porta il paziente a vedere il proprio corpo in modo irrealistico;
- Ansia e depressione: spesso coesistono con i disturbi alimentari, amplificando il disagio emotivo e complicando gli interventi necessari;
- Tratti ossessivo-compulsivi: molto frequenti, consistono nel tentativo di controllo di sé e dei propri comportamenti, a suprema difesa dell’Io, si tratta di comportamenti obbligati e ripetitivi di controllo, tipicamente sul peso e sull’introito alimentare (quantità e tipo di cibi, calorie);
- Difficoltà relazionali: il rapporto con il cibo può essere una forma di espressione di conflitti emotivi non risolti, difficoltà relazionali, insufficiente integrazione/maturazione della personalità.
Quali sono i principali disturbi alimentari che possono avere un’origine psichica?
I principali disturbi alimentari che possono avere un’origine psichica sono i seguenti:
- Anoressia mentale: associata a una forte paura di ingrassare e a un rifiuto del cibo, spesso drammatico e talvolta totale, è spesso legata a tratti di perfezionismo e controllo estremo, fino a condizioni che sono state avvicinate all’ascetismo.
- Bulimia nervosa: caratterizzata da cicli di abbuffate e comportamenti compensatori, è spesso accompagnata da un senso di colpa e vergogna che alimentano il disturbo.
- Disturbo da alimentazione incontrollata (BED): riflette una difficoltà nella regolazione emotiva, con episodi di abbuffate associati a emozioni come ansia o tristezza.
La diagnosi psichiatrica
Il ruolo dello psichiatra è fondamentale per inquadrare correttamente non solo il disturbo dell'alimentazione ma anche le componenti psicologiche, genetiche e comportamentali sottostanti. Una valutazione accurata include:
- Un’analisi dettagliata della storia personale e familiare;
- La valutazione di disturbi associati, come ansia, depressione o disturbo ossessivo-compulsivo;
- Una anamnesi medica con parametri fisici anche specifici (tipicamente il BMI)
- L’uso di strumenti diagnostici specifici, come interviste cliniche strutturate.
Il trattamento: un approccio integrato
La gestione e la cura dei disturbi alimentari si basano su un approccio multidisciplinare, che coinvolge psichiatra, internista, psicologo, nutrizionista, endocrinologo. Tali interventi multidimensionali e multiprofessionali si possono così riassumere
- Psicoterapia individuale:
- La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è particolarmente efficace per modificare i pensieri disfunzionali legati al cibo e all’immagine corporea.
- La terapia dialettico-comportamentale (DBT) può essere utile per migliorare la regolazione emotiva.
- La terapia psicodinamica, nei casi in cui la giovane paziente mostri buone capacità di introspezione, di mentalizzazione, di espressione verbale.
- Farmacoterapia:
- Gli antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), possono essere utili soprattutto nei casi di bulimia o comorbidità con depressione.
- I farmaci ansiolitici possono essere indicati per ridurre l’ansia legata al cibo o all’immagine corporea.
- Terapia familiare: importante, dal coinvolgimento all'educazione alla vera e propria terapia soprattutto negli adolescenti, per affrontare dinamiche relazionali che possono rendere il recupero molto complesso
Conclusione
I disturbi alimentari (oggi definiti come Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione) rappresentano una sfida complessa, numericamente drammatica e radicalmente coinvolgente, ma con un intervento psichiatrico e multimodale tempestivo e personalizzato è possibile migliorare significativamente la qualità della vita dei giovani pazienti.