Ecco come far sgonfiare i linfonodi ingrossati
Quando si nota un linfonodo ingrossato in un bambino, è comprensibile sentirsi preoccupati. Questi rigonfiamenti possono avere diverse cause e non sempre indicano un problema grave. Per fare chiarezza su come procedere e quando è il caso di rivolgersi a un esperto, abbiamo chiesto al Prof. Andrea Di Cataldo, specialista in Ematologia ed Oncologia Pediatrica a Catania, di fornire alcune indicazioni cruciali per i genitori
Linfonodo ingrossato: come fare una diagnosi?
La diagnosi di un linfonodo ingrossato inizia con una valutazione accurata dei sintomi associati. Ecco alcuni fattori chiave da considerare:
- Febbre: spesso presente nelle infezioni, la febbre può anche accompagnare alcune forme di tumore. È importante monitorare la temperatura del bambino per valutare l'eventuale presenza di un'infezione.
- Dolore: il dolore al linfonodo, specialmente se al contatto, è più comune nelle infezioni. Se il linfonodo è indolore, potrebbe essere necessario un approfondimento.
- Dimensioni: i linfonodi ingrossati possono variare in dimensioni. Se l'ingrossamento supera alcuni centimetri, è consigliabile effettuare ulteriori indagini.
- Milza ingrossata: se anche la milza risulta ingrossata, potrebbe essere indicativo di una malattia infettiva sistemica come la mononucleosi infettiva, oppure di una condizione tumorale come un linfoma o leucemia.
- Età: i bambini che frequentano la scuola o l'asilo sono più suscettibili a infezioni che possono causare linfonodi lievemente ingrossati. Nei teenager, tuttavia, è fondamentale prestare maggiore attenzione a qualsiasi ingrossamento linfonodale.
- Sede: i linfonodi del collo sono spesso ingrossati nei bambini piccoli che iniziano a socializzare e a contrarre infezioni. Tuttavia, un ingrossamento in sedi particolari, come i linfonodi sovraclaveari, merita attenzione.
Quali esami effettuare per i linfonodi ingrossati?
Per diagnosticare la causa dell’ingrossamento linfonodale, possono essere utili diversi esami:
- Esami di Laboratorio: L’esame LDH (lattato deidrogenasi) può aumentare nei processi tumorali. Un elevato numero di globuli bianchi, in particolare neutrofili, è tipico delle infezioni batteriche. Le transaminasi elevate possono indicare mononucleosi infettiva.
- Ecografia: L'ecografia dei linfonodi è uno strumento diagnostico fondamentale. Tuttavia, discriminare tra infezione e tumore richiede esperienza. Non tutti i medici hanno la stessa competenza nell'interpretazione delle ecografie, quindi è importante rivolgersi a specialisti esperti.
Come gestire i linfonodi ingrossati?
Quando si riscontra un linfonodo ingrossato, è utile iniziare un trattamento antibiotico, soprattutto se si sospetta un’infezione batterica. Antibiotici, antidolorifici e anti-infiammatori possono migliorare il quadro clinico senza alterare la diagnosi. È essenziale evitare l'uso di cortisone senza una diagnosi chiara. Il cortisone può ridurre temporaneamente l'infiammazione, mascherando la gravità della condizione sottostante e ritardando la diagnosi corretta, soprattutto se si tratta di un tumore.
Quando rivolgersi al pediatra?
È fondamentale consultare un pediatra ogni volta che si notano linfonodi ingrossati. Solo un professionista può prescrivere antibiotici appropriati e raccomandare esami del sangue o strumentali necessari per una diagnosi accurata.
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L’importanza di una diagnosi tempestiva
Se hai notato un linfonodo ingrossato nel tuo bambino, è fondamentale non trascurare il sintomo. Sebbene molti linfonodi ingrossati siano benigni e temporanei, una diagnosi accurata e tempestiva è cruciale per escludere condizioni più gravi e garantire il miglior trattamento. Rivolgiti a un pediatra o a uno specialista qualificato, come il Prof. Andrea Di Cataldo, per una valutazione approfondita e per ricevere consigli mirati alla situazione specifica del tuo bambino.