Fibrillazione atriale: scopri di più riguardo all’ablazione!
Il Dott. Filippo Placentino, esperto in Cardiologia e Aritmologia, ci spiega in che cosa consiste la fibrillazione atriale e cosa fare in caso di questa condizione, approfondendo l’intervento di ablazione
Che cos’è la fibrillazione atriale?
Si tratta dell’aritmia più comune al mondo e ha una incidenza molto elevata a partire dai 65 anni.
Tale patologia è spesso associata al rischio di insorgenza di ictus, pertanto deve essere valutato l’utilizzo dell’anticoagulante.
La fibrillazione atriale si può categorizzare in:
- Parossistica: insorge improvvisamente dura meno di una settimana;
- Persistente: ha una durata superiore ad una settimana;
- Permanente: è presente in forma costante.
Come si manifesta?
La sintomatologia più frequente che si manifesta in pazienti affetti da fibrillazione atriale include:
- Battito cardiaco irregolare
- Cardiopalmo (battito accelerato)
- Affaticamento
- Debolezza
- Stordimento
- Vertigini
- Perdita di coscienza (più raramente)
- Dolore al petto (più raramente)
La diagnosi di questa patologia avviene mediante esami diagnostici, tra cui:
- Elettrocardiogramma (ECG)
- Holter ECG di varia durata
- Dispositivi di monitoraggio a lungo termine come il Loop Recorder
Quali opzioni terapeutiche esistono?
Per trattare la fibrillazione atriale esistono varie opzioni terapeutiche come:
- Farmaci per controllare il ritmo cardiaco
- Farmaci anticoagulanti
- Cardioversione elettrica o farmacologica
- Ablazione chirurgica mininvasiva
- Pacemaker e defibrillatori impiantabili (più raramente)
Ablazione transcatetere: di che cosa si tratta?
Questo intervento avviene in anestesia locale e consiste nella distruzione delle cellule che causano la fibrillazione atriale.
Si tratta di una chirurgia mininvasiva che utilizza l’accesso venoso (vena femorale destra e sinistra) per inserire dei cateteri, ovvero tubi molto sottili che permettono all’Aritmologo di raggiungere le parti interessate.
Una volta entrati, si possono utilizzare varie tecniche per eliminare le cellule responsabili della fibrillazione atriale, tra cui:
- Crioablazione o ablazione a freddo
- Elettroporazione con utilizzo di energia elettrica
- Ablazione a caldo o radiofrequenza
Chi può sottoporsi a tale intervento?
La valutazione deve essere eseguita da uno specialista in Aritmologica, che poi eseguirà l’intervento.
L’efficacia dell’intervento dipende da diversi fattori come la durata continuativa dell’aritmia e il grado di dilatazione dell’atrio sinistro, nonché la copresenza di disturbi alle valvole cardiache, presenza di problematiche polmonari o gastriche.
La fibrillazione atriale parossistica è quella che ha mostrato i migliori risultati una volta sottoposta all’ablazione; invece la forma persistente ha risultati più bassi, ma la valutazione deve essere multifattoriale.