Fibromialgia: un’introduzione alla sindrome
La fibromialgia è una sindrome caratterizzata da una serie di sintomi associati, che derivano da una condizione psico-fisica. Si ritiene che sia causata da un particolare funzionamento delle reti neurali scatenato da uno stress cronico, che altera i neurotrasmettitori cerebrali e provoca i sintomi riportati dai pazienti fibromialgici. Oltre alla serotonina, almeno altri 5 neurotrasmettitori sono coinvolti nello squilibrio causato da questo esaurimento funzionale. Ne parliamo insieme al Dott. Guido Pancani, specialista in Medicina Interna
Una malattia difficile da diagnosticare
Secondo le linee guida stabilite nel 1990 dall'American College of Rheumatology, solo una piccola percentuale di persone viene diagnosticata con fibromialgia, mentre la maggior parte soffre di uno o più disturbi somatoformi che sono difficili da distinguere. Per questo motivo, vengono utilizzati strumenti diagnostici avanzati, poiché l'esame dei tender points (punti dolenti) è considerato obsoleto e soggettivo. Questo rappresenta il principale ostacolo nel riconoscimento della malattia ai fini previdenziali. Inoltre, senza dati di laboratorio, è difficile verificare con certezza la presenza della fibromialgia, il che rende possibile che molte persone affermino di averla semplicemente leggendo articoli medici o divulgativi.
Chi è a rischio di divenire fibromialgico?
Le persone che hanno vissuto in contesti negativi e traumatici, come quelli narcisistici, depressivi, anaffettivi o ansiogeni, possono sviluppare una personalità apparentemente resistente e forte, che si rivela estremamente debole quando i meccanismi di difesa naturali a causa dello stress cronico finiscono per cedere. Per queste persone è difficile estraniarsi da situazioni di sofferenza e avere la forza di abbandonare uno stile di vita che non si sente più appropriato.
Queste persone possono essere dipendenti dagli altri, basando la propria autostima sulle conferme esterne e avendo difficoltà nell'introspezione e nella gestione delle emozioni.
In cosa consiste la fisiopatologia?
Il perenne stato d'allarme interiore dell'individuo innesca il disturbo dolorifico, che a sua volta genera una cattiva qualità del sonno, per approdare infine ad una sindrome depressiva che determina una o più alterazioni del sistema nervoso centrale e periferico.
Coloro che soffrono di fibromialgia non hanno una soglia dolorifica differente dalle altre persone: il malfunzionamento è altrove, nelle reti neurali cerebrali.
Il funzionamento di queste reti oggi è visualizzabile e mostra qualcosa di simile a quello che si riscontra nella reazione da stress cronico che a differenza dello stress acuto, segue una logica diversa. La reazione d'emergenza da stress acuto tipicamente ha sempre una causa esterna identificabile e razionale, mentre nello stress cronico queste cause sono sfumate, coinvolgono la sfera intima dell'individuo, non sono totalmente conscie, pertanto le tracce si confondono per i numerosi adattamenti a cui il sistema nervoso si presta per preservare la sua integrità e consentire la sopravvivenza dell'individuo.
Questo stress interiore cronico finisce col determinare le alterazioni dei neurotrasmettitori cerebrali (serotonina-dopamina-noradrenalina-Gaba,etc) e dalle modifiche di funzionamentoi dei neurotrasmettitori nascono i sintomi che la persona riferisce: sintomi, soltanto sintomi, nessun danno a tessuti e organi.