Gastrite cronica atrofica: una patologia silenziosa ma importante
La gastrite cronica atrofica è una condizione caratterizzata da un progressivo impoverimento della mucosa gastrica, con perdita delle ghiandole e delle cellule specializzate. Questo porta a una compromissione della funzione digestiva e a un’alterazione dell’ambiente chimico dello stomaco. Approfondiamo l’argomento con la Dott.ssa Federica Fascì Spurio, Gastroenterologa a Monselice, Padova e Mestre.
Le funzioni dello stomaco
Lo stomaco è un organo fondamentale per la digestione e l’assorbimento dei nutrienti. Dal punto di vista funzionale è suddiviso in diverse regioni: fondo, corpo e antro. Ogni regione contiene cellule specializzate che producono acido cloridrico, enzimi digestivi, ormoni e sostanze essenziali come il fattore intrinseco, indispensabile per l’assorbimento della vitamina B12 nell’intestino tenue. Questi elementi creano un ambiente chimico ideale per avviare la digestione degli alimenti e favorire l’assorbimento di micronutrienti essenziali come ferro e vitamina B12.
Cause della gastrite cronica atrofica
Le due cause principali di questa patologia sono:
- autoimmunità: nella gastrite atrofica autoimmune, il sistema immunitario attacca le cellule parietali dello stomaco, causando atrofia principalmente al corpo e al fondo gastrico. Questa forma è spesso associata a patologie autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto.
- infezione da Helicobacter pylori: questo batterio può provocare una forma di gastrite cronica che evolve in atrofia di tutto lo stomaco (pangastrite). A differenza della forma autoimmune, l’atrofia da Helicobacter può essere reversibile quando si riesce a trattare l’infezione.
L’infezione da Helicobacter pylori rappresenta la causa più comune di gastrite cronica atrofica a livello globale, mentre la forma autoimmune è più frequente in associazione a patologie autoimmuni.
Conseguenze della gastrite cronica atrofica
A prescindere dall’origine autoimmune o da Helicobacter Pylori, il progressivo impoverimento della mucosa gastrica porta a due principali conseguenze:
- malassorbimento di micronutrienti come ferro e vitamina B12, ma anche magnesio e calcio.
- aumento del rischio di tumori gastrici come l’adenocarcinoma gastrico e tumori neuroendocrini, questi ultimi generalmente non aggressivi.
L’adenocarcinoma gastrico, quando si sviluppa nel contesto della gastrite cronica atrofica, generalmente lo fa nell’arco di decenni e passa attraverso fasi di metaplasia intestinale e displasia, cosa che lascia spazio a programmi di prevenzione secondaria personalizzati, tramite sorveglianza endoscopica.
Segni e diagnosi
La gastrite cronica atrofica è generalmente asintomatica, ma può manifestarsi attraverso segni di malassorbimento, come carenza di ferro o vitamina B12. Questa condizione deve essere sospettata in presenza di questi deficit, specialmente nei pazienti con patologie autoimmuni.
Per la diagnosi si utilizzano:
- Gastropanel: un test del sangue che misura gastrina e pepsinogeni e rileva anticorpi contro Helicobacter pylori. In questo test una gastrina elevata in associazione a pepsinogeno I basso e rapporto pepsinogeno I/II ridotto sono indicatori di atrofia della mucosa gastrica.
- Dosaggio degli anticorpi anti-cellule parietali e anti-fattore intrinseco: per identificare la forma autoimmune.
- Gastroscopia con biopsie multiple: essenziale per confermare l’atrofia e distinguere tra gastrite autoimmune e da Helicobacter pylori, perchè la gastrite cronica atrofica autoimmune coinvolge principalmente corpo e fondo gastrico, mentre l’atrofia da Helicobacter coinvolge anche l’antro, evolvendo in una pangastrite.
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Gestione e sorveglianza
La gestione della gastrite cronica atrofica dipende dalla causa. Nel caso di infezione da Helicobacter pylori è necessario tentare di eradicare il batterio con una terapia specifica, obiettivo raggiungibile soprattutto nelle fasi iniziali. Per la gastrite autoimmune non esiste una cura, ma è fondamentale gestire bene la patologia.
Una volta riconosciuta la patologia è importante identificare e trattare le carenze nutrizionali controllando periodicamente ferro e vitamina B12 e integrandoli per via parenterale, cioè con flebo o iniezioni, visto che i classici supplementi orali potrebbero non essere assorbiti. Inoltre è importante praticare la sorveglianza endoscopica per l’adenocarcinoma, cioè eseguire gastroscopie con biopsie di tutto lo stomaco ogni 2-3 anni, per individuare precocemente eventuali lesioni precancerose (come la displasia).
Conclusioni
La gastrite cronica atrofica è una patologia silente ma importante, che va riconosciuta e gestita bene per prevenire complicanze a lungo termine, come lo sviluppo di anemia, problemi neurologici, adenocarcinomi o tumori neuroendocrini.
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