Gotta: una conseguenza dell’acido urico!
La gotta è un’artropatia infiammatoria dovuta alla precipitazione nelle articolazioni di cristalli di urato monosodico in soggetti con alte concentrazioni ematiche di acido urico. La sua incidenza in Italia è di circa 9,1 ogni 1000 abitanti ed è in continua ascesa. Approfondiamo questo argomento nel seguente articolo grazie all’intervento del Prof. Vincenzo Bruzzese, specialista in Reumatologia
Quante tipologie di gotta esistono?
Esistono due tipologie di gotta: la gotta acuta e la gotta cronica. La prima è caratterizzata da episodi acuti di artrite che con la terapia regrediscono, anche se è possibile che si ripetano nel corso degli anni.
Invece, la seconda è una conseguenza dei ripetuti attacchi di gotta acuta, con la precipitazione di cristalli di urato monosodico nelle articolazioni e la formazione di aggregati di urato, definiti “tofi”. Per questa ragione la gotta cronica viene anche definita gotta tofacea.
Come si manifesta?
La sintomatologia della gotta acuta è tipica e la diagnosi è relativamente facile. L’attacco acuto di gotta è rappresentato da un’artrite violenta con dolore ed arrossamento dell’articolazione difficilmente riscontrabili in altre malattie articolari infiammatorie. L’attacco avviene solitamente di notte e l’articolazione più colpita è quella dell’alluce. Possono essere comunque coinvolte tutte le grandi articolazioni.
L’attacco acuto si esaurisce dopo pochi giorni con un’adeguata terapia e l’articolazione ritorna in condizioni di normalità. Il ripetersi di questi attacchi porta alla precipitazione cronica di urato monosodico nell’articolazione con la formazione di tofi, che distruggono gravemente l’articolazione con conseguente disabilità.
Come avviene la diagnosi?
La diagnosi è clinica e viene confermata dagli alti livelli di uricemia.
Tuttavia, la diagnosi definitiva di gotta andrebbe confermata dal riscontro di cristalli di urato monosodico nel liquido sinoviale dell’articolazione colpita.
La pratica comunque dell’artrocentesi non viene comunemente seguita negli ambulatori territoriali.
In una fase acuta, la radiografia convenzionale dell’articolazione può essere negativa; mentre nella gotta cronica si evidenzia la classica immagine del tofo con la distruzione articolare sottostante. Anche l’ecografia articolare è utile per confermare la diagnosi.
Cosa si fa in caso di gotta?
Il trattamento della gotta prevede principalmente un cambiamento dello stile di vita e, soprattutto, dell’alimentazione. Occorre ridurre l’eccesso ponderale, abolire le abitudini etiliche, ridurre l’apporto di carne, evitare l’uso di bevande dolcificate con fruttosio, limitare l’uso di caffè e te.
La terapia della fase acuta si basa sull’uso di farmaci antinfiammatori, oppure colchicina o cortisonici. Nei casi resistenti si possono combinare insieme questi farmaci.
Qualora non si abbia la risoluzione con questa linea terapeutica o si abbiano controindicazioni all’uso di questi farmaci, si può ricorrere all’inibitore dell’Interleukina-1.
La prevenzione degli attacchi acuti prevede, oltre un’adeguata dieta, l’uso di farmaci ipouricemizzanti, al fine di mantenere l’uricemia al di sotto dei 6 mg/dL. Dopo un attacco acuto si può usare per 3-6 mesi la colchicina a basse dosi per prevenire un ulteriore episodio.
La prevenzione della gotta cronica è importante in quanto questa malattia si accompagna ad un rischio cardiovascolare aumentato e ad un danno renale cronico.