Hai mai sentito parlare del calazio?
Il calazio rappresenta una condizione abbastanza comune che interessa le palpebre. Nel seguente articolo cerchiamo di capire di che cosa si tratta esattamente, quali sono le cause, come si manifesta e se è necessario intervenire chirurgicamente
Che cos’è il calazio?
Si tratta di un’infiammazione, poi cronicizzata, di una o più ghiandole di Meibomio, che svolgono la funzione di produrre la componente lipidica delle lacrime.
Le cause di questa condizione possono includere:
- Ostruzione dei dotti escretori delle ghiandole pertanto la componente lipidica non defluisce verso l’esterno;
- Dieta sbilanciata;
- Periodo di stress intenso;
- Blefarite cronica;
- Turbe digestive.
Quali sono le differenze tra calazio e orzaiolo?
Molto spesso queste due condizioni vengono confuse tra di loro ma, in realtà, presentano alcune differenze:
- Il calazio è una cisti causata da un’infiammazione della ghiandola di Meibomio;
- L’orzaiolo è un’infiammazione acuta di una o più ghiandole sebacee che si trovano nelle ciglia (ghiandola di Zeiss).
Come si manifesta il calazio?
Il calazio si manifesta attraverso una tumefazione focale o “pallina” sulla palpebra.
La dimensione di questa “pallina” può essere piccola oppure grande, fino ad arrivare a gonfiori così consistenti da provocare la chiusura della palpebra.
Altri sintomi associati possono includere:
- Dolore
- Appesantimento palpebrale
- Prurito
Come si cura?
Trattasi di una formazione nodulare, a sede sotto palpebrale, risulta essere difficilmente regredibile con terapie sistemiche o topiche. Di fatto, il calazio va operato, qualora non vada in regressione spontanea.
L’intervento viene effettuato previa infiltrazione della regione palpebrale superiore o inferiore con soluzione anestetica, spesso si utilizza anche una pinza emostatica di Desmarres, successivamente si rimuove il calazio avendo cura di rimuovere completamente il suo sacco fibrotico, al fine di evitare recidive.
Generalmente, la sutura è in seta 5-0 oppure, per calazi che è possibile rimuovere dall’interno, non è necessaria alcuna sutura.
In seguito all’intervento, si prescrive un’antibioticoterapia topica e sistemica per 5-7 giorni.
Si consiglia al paziente di indossare occhiali da sole al fine di evitare la pigmentazione della ferita chirurgica, peraltro di ridotte dimensioni.
Inoltre, per prevenirne le frequenti recidive è importante bonificare l’apparato gastroenterico con diete e fermenti lattici in quanto nella eziopatogenesi di tale affezione vi è spesso un dismicrobismo intestinale.
Si consigliano anche massaggi tiepidi regolari con garze oftalmiche specifiche.