HPA. Come funziona l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene nel regolare lo stress?
Per la verità, l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) non regola per nulla lo stress. L’HPA è il mezzo con cui noi, esseri umani, reagiamo allo stress. Si potrebbe dire che l’HPA è un fucile che si arma quando alcune aree del nostro cervello si “accorgono” dell’agente stressante, che può essere tanto una richiesta esterna (domande d’esame), quanto una condizione interna disarmonica, sia fisica che psicologica/emotiva, anche subconscia.
Queste strutture di sorveglianza danno l’ordine di rispondere o resistere. L’HPA è la struttura che dà il via all’armata che ci aiuta e difende dalle richieste che diremo “destabilizzanti”. L’armamento fondamentale è il cortisolo, detto “ormone dello stress” e simile al cortisone. Insieme al cortisolo c’è un’altra arma: l’adrenalina, che è regolata dal sistema simpatico. Questo sistema ha un direttore generale, che è l’ipotalamo, che è anche il capo dell’HPA. Questo nome simpatico gli fu dato da Galeno più di mille anni fa proprio perché “connetteva le sensazioni e le funzioni di quelli che oggi diremmo tutti gli organi del nostro organismo”.
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Il funzionamento dell’HPA in situazioni di stress
Le armi sparate dall’HPA, cioè cortisolo, detto a volte ormone dello stress, e l’adrenalina, fanno aumentare la pressione, la veglia, danno una spinta alla liberazione immediata di zuccheri, sicché si alza la glicemia. Insomma, più che una regolazione tranquilla, è una vera guerra a botte di cortisolo e adrenalina. Siamo quindi in battaglia. In questa fase abbiamo a disposizione tutte le nostre forze (si dice a volte: “la forza delle condizioni disperate”). In questa fase possiamo scegliere se fare guerra o scappare via. In ambedue i casi il nostro organismo ci fornisce tutta l’energia possibile. L’HPA è quindi un “fucile” che usiamo; poi si deve ritrovare una condizione di equilibrio: relax. Quindi, in condizioni di corretto funzionamento, l’HPA continuamente oscilla tra riposo e funzionalità: nel concetto di vita corretta deve quindi implicare l’esistenza di fasi alterne, in questo caso attività/relax. La funzione dell’HPA, che agisce insieme al sistema simpatico, è quella di permettere al nostro corpo di reagire molto rapidamente, talvolta salvandoci la vita o comunque traendoci d’impaccio. Se però usiamo questo fucile e le sue munizioni troppo a lungo, l’arma si esaurisce. Si entra in fase di esaurimento. Se utilizziamo questo metodo di risposta troppe volte, troppo di frequente, il sistema ci fa diventare dei “cecchini nevrotici” e i nostri parametri vitali saranno costantemente alterati: pressione, frequenza del battito cardiaco, ansia.
Quali sono le conseguenze dell’iperattività dell’asse HPA?
Quando si parla di iperattività dell’asse HPA, si parla di una condizione non normale in cui l’ipotalamo, che è il leader dell’HPA, diventa ipersensibile e instabile. Quando la struttura guida è alterata, le funzioni che sono guidate da questo leader diventano eccessive rispetto allo stimolo stressante. Lo stimolo stressante è, per sua natura, rappresentato da qualsiasi situazione o evento: dall’interrogazione, all’inquinamento, al disagio affettivo, a problemi emotivi che vengono dal subconscio – a cui si deve dare una risposta. Risposta che può essere tanto il fuggire/sfuggire quanto il combattere/cercare il controllo della situazione e la conquista. L’ipotalamo guida l’HPA e il sistema vegetativo simpatico, che, nell’insieme, rappresentano lo strumento, le armi che ci fanno rapidamente reagire a situazioni in cui bisogna o bisognerebbe trarsi fuori d’impaccio e dare una risposta adeguata. In queste situazioni, l’HPA iperattivo produce in quantità grandi cortisolo e adrenalina, capaci di alzare la pressione, la frequenza del ritmo cardiaco, di dare grandissima sveglia, ma anche ansia. Si comprende che se il sistema dà una risposta massimale anche per eventi di poco conto, arriviamo a uno squilibrio.
L’HPA iperattivo è riscontrato negli individui più fragili, o, detto in altri termini, l’iperattività dell’HPA è un segno di fragilità dell’individuo, uno sbilanciamento per cui la creatura risponde sempre in maniera massimale anche a stimoli poco rilevanti. L’ipotalamo, che è il leader dell’HPA, però è importantissimo anche perché è il pacemaker dei ritmi biologici. Quando l’HPA è iperattivo, produce cicli sempre più rapidi e contratti. I bioritmi in questo modo rischiano alterazioni profonde e avarie, con veglia sostenuta, ansia, alterazioni pressorie e neuroendocrine. Quindi, quando ci si accorge di questi problemi e sintomi, ma anche di segnali che possono apparire meno importanti come psoriasi e rughe troppo evidenti, si deve subito riequilibrare l’HPA e l’intero funzionamento dell’essere umano, che in quel momento è assolutamente sbilanciato: la corretta alternanza tra attività e recupero/relax si è perduta e l’attivismo sfrenato è segno di pesante sbilanciamento/perdita di fisiologici equilibri.
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ALCUNE RICERCHE DAL NOSTRO GRUPPO : HPA– Ipotalamo, Microbiota -Nutrizione, HPA- Lifestyle
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