I traumi cranio-maxillo-facciali
Il Dott. Dimitri Rabbiosi, esperto in Chirurgia maxillo-facciale a Monza, Varese e Sondrio, delinea nel seguente articolo le modalità di diagnosi e di trattamento dei traumi cranio-maxillo-facciali
Quanto sono frequenti e quali sono le fratture più tipiche?
Alla maggior parte della popolazione è oscuro quanto siano frequenti i traumi cranio-facciali, infatti rappresentano circa il 20% di tutti i traumi. E interessano in media dalle tre-quattro volte di più i maschi rispetto alle femmine con un picco di incidenza che si colloca fra i 15 e i 35 anni di età.
La causa più frequente è rappresentata circa alla pari dagli incidenti stradali e dalle percosse e a seguire dalle cadute accidentali, dai traumi domestici e sportivi.
Tra le più tipiche troviamo:
- la frattura del naso
- la frattura dell’orbita
- la frattura dello zigomo
- la frattura del mascellare
le fratture della mandibola che sono suddivise in varie sedi - le fratture della teca cranica (fronte, volta cranica); molte volte è indicato intervento in combinata con il neurochirurgo
- il fracasso facciale con cui si intende un interessamento panfacciale
Come si esegue la diagnosi di un trauma cranio-maxillo-facciale?
La diagnosi è sempre innanzitutto basata su un attento esame clinico che poi dovrà essere confermata dagli esami strumentali.
Segue un esame obiettivo, composto da una ispezione extra-orale e intra-orale e una palpazione.
Sulla base di questo si formulerà una prima diagnosi, e poi si richiederanno gli esami strumentali di cui si ha bisogno per completarla: la radiografia o la TAC, che rimane l’esame di prima scelta e permette di avere immagini estremamente precise delle strutture scheletriche del massiccio facciale e della mandibola.
Inoltre, si deve tener presente che nei traumi cranio-facciali si usano molto le TAC Cone Beam, che sono delle TAC a basso gradiente di radiazioni, che restituiscono un’immagine meno precisa ma assolutamente sufficiente per quanto riguarda le strutture ossee del massiccio facciale. In alcuni casi, quando si devono valutare particolari lesioni dei tessuti molli, è necessario richiedere anche una RM.
Come avviene il trattamento delle fratture cranio-maxillo-facciali?
Sicuramente il tutto avviene con il paziente addormentato in anestesia generale; solo in casi particolari si può eseguire l’intervento in anestesia locale, come per esempio la riduzione della frattura delle ossa nasali.
Inizialmente avviene la riduzione della frattura che significa mettere le strutture ossee nella stessa identica posizione in cui erano prima dell’incidente. Questo si fa a cielo aperto.
Va tenuto presente che nel viso la riduzione delle fratture è particolarmente complessa, perché il cranio e la faccia hanno una struttura molto tridimensionale ed inoltre le strutture sono molto piccole e delicate. Dopo aver ridotto la frattura, bisogna fare in modo che i monconi ossei rimangano nella posizione corretta e per questo si usano dei mezzi di contenzione o di sintesi.
Questi mezzi sono essenzialmente mini o micro placche e viti in titanio, ma abbiamo a disposizione anche placche riassorbibili che vengono utilizzate soprattutto nei bambini, di modo che non ci sia il rischio di andare a rimuoverle in futuro durante la crescita.