I tumori del colon-retto
Escludendo i carcinomi della cute (non melanomi), in Italia il tumore del colon-retto è al secondo posto, dopo quello della mammella, con circa 50 mila nuovi casi per anno (dati registri tumori in Italia). I dati sono in aumento, questo grazie ai programmi di screening attuati sempre più assiduamente in tutto il territorio italiano. Questi programmi, se da un lato fanno aumentare i numeri del tumore, dall'altro però ci consentono di fare diagnosi precoce e quindi aumentare sensibilmente la sopravvivenza. Approfondiamo l’argomento con il Dott. Giuseppe Carbotta, Chirurgo Generale a Copertino
A chi è rivolto lo screening per i tumori del colon-retto e come avviene?
Ormai anche al Sud Italia, e in particolare in Puglia, sono attivi i programmi di screening per la prevenzione di alcuni tumori (mammella, cervice e utero, colon-retto). Questo controllo è rivolto a tutta la popolazione con età compresa tra 45 e 75 anni, attraverso un test di selezione, da effettuare nelle strutture sanitarie pubbliche, diretto a distinguere le persone sospette di malattia attraverso l'esecuzione del test della ricerca del sangue occulto nelle feci e, se positivo, seguito da un colloquio con medici specialisti per avviare il paziente stesso all’esecuzione di una colonscopia.
Quali sono i fattori di rischio per i tumori del colon-retto?
Alcuni fattori possono accrescere il rischio di ammalarsi. In particolare, un'alimentazione ricca di grassi e proteine animali e povera di fibre (frutta e verdura) può contribuire ad aumentare questo rischio, che può essere ancora più alto se si fa anche largo uso di alcolici.
A questi fattori dietetici va aggiunto il fumo, l'obesità e una vita sedentaria. C'è poi da considerare anche una certa predisposizione familiare (non una vera e propria ereditarietà ma sicuramente una familiarità), per cui per i familiari di un paziente affetto da tumore del colon-retto il rischio di ammalarsi è più alto, soprattutto se la malattia è stata diagnosticata in un parente stretto (genitore, fratello o sorella) di età inferiore a 45 anni, oppure in più parenti stretti della stessa famiglia.
Esistono poi una serie di patologie, soprattutto a trasmissione genetica, che si accompagnano all'insorgenza di tumore del colon-retto (poliposi familiare, sindrome di Lynch). Si tratta di malattie infiammatorie croniche intestinali.
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Quali sono i sintomi a cui è necessario prestare attenzione?
I sintomi che devono allarmare la popolazione sono essenzialmente:
- i cambi improvvisi della regolarità intestinale (un alvo che diventa improvvisamente stitico);
- la presenza di sangue nelle feci;
- astenia e perdita di peso;
- dolore addominale.
Quando però compare un sanguinamento durante la defecazione (non legato ad una patologia emorroidaria) o la positività di un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci, bisogna subito rivolgersi al proprio medico di base per iniziare una serie di accertamenti.
Come diagnosticare i tumori del colon-retto?
L'esame diagnostico principale è senza dubbio la colonscopia, che consente di visualizzare tutto il colon e di effettuare una biopsia in caso di riscontro di lesione solida. La sede di più frequente riscontro è il retto (circa il 50% dei casi), seguito dal sigma (19-21% dei casi), dal colon ascendente (16%), dal colon trasverso (8%) e dal colon discendente (6% dei casi).
Nel caso di biopsia positiva per tumore, il paziente verrà sottoposto a una TAC torace e addome-pelvi per “stadiare” la malattia, cioè valutare l'estensione della stessa e la presenza o meno di metastasi a distanza.
Quali sono le opzioni terapeutiche?
Al giorno d'oggi la patologia neoplastica del colon-retto ha un alto tasso di sopravvivenza dopo la chirurgia. Le opzioni terapeutiche sono molteplici e vanno dalla chirurgia tradizionale a quella laparoscopica e robotica, seguita o meno da terapia oncologica.
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