Il paziente borderline dalla prospettiva Lacaniana
Nel campo della psicoanalisi, la figura del paziente borderline suscita dibattiti e riflessioni. Analizzando la prospettiva lacaniana, emerge una visione che si distingue per l'approccio all'inconscio e alla cura. Questo articolo si propone di esplorare tale visione, evidenziando le peculiarità del trattamento del paziente borderline alla luce degli insegnamenti di Jacques Lacan
Lacan e l'inconscio
Jacques Lacan, noto come lo psicoanalista del ritorno a Freud, sottolinea l'importanza dell'inconscio strutturato come linguaggio interpretabile. Tuttavia, contrariamente a Freud, per Lacan l'inconscio si manifesta nel contesto della cura stessa. La vera formazione dell'inconscio avviene attraverso la parola pronunciata e relazionata all'analista sotto transfert. Questa visione enfatizza che nelle parole esiste sempre un significato più profondo, al di là di ciò che viene esplicitamente comunicato.
I fondamenti della psicoanalisi lacaniana
L'approccio lacaniano alla psicoanalisi si distingue per diversi criteri fondamentali:
- La psicoanalisi è un effetto della scoperta freudiana dell'inconscio.
- Si concentra sul soggetto inconscio come protagonista della cura.
- La psicoanalisi si occupa di interpretare ciò che manca, piuttosto che ciò che è presente.
- Lo psicoanalista opera dalla posizione di non sapere.
- Si concentra sul particolare soggettivo di ogni paziente, senza predefinire la via della guarigione.
- Non mira a una restitutio ad integrum, ma a un dopo che sarà diverso dal prima.
L'ascolto psicoanalitico
L'ascolto in psicoanalisi deve dare spazio esclusivamente alla parola del paziente, senza interferenze. L'analista deve evitare di identificarsi con quanto il paziente gli suppone e assumere la posizione dell'Altro non speculare. Questo tipo di ascolto favorisce l'instaurarsi del transfert, motore centrale del processo terapeutico.
La questione borderline
La diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità solleva interrogativi sulla sua natura e diagnosi. Nella prospettiva lacaniana, questa diagnosi non può essere considerata una categoria psicopatologica autonoma ma va analizzata nella sua relazione con le strutture inconscie della nevrosi, della perversione e della psicosi.
La concezione lacaniana della psicosi
Lacan analizza i casi limite durante il Seminario III sulle psicosi. Egli suggerisce che una psicosi può manifestarsi in forme sottili e poco evidenti, richiedendo un'attenzione particolare nella diagnosi e nella cura. La concezione lacaniana della psicosi non si basa esclusivamente sulla presenza di sintomi, ma sulla comprensione della struttura soggettiva del paziente nel tempo.
Una nuova visione: la psicosi ordinaria
Jacques-Alain Miller propone il concetto di Psicosi Ordinaria per indicare un'area della clinica psicoanalitica aperta alle nuove esperienze cliniche e alla varietà di sintomi. Questo approccio invita a considerare le diagnosi di disturbo borderline come provvisorie, consentendo una valutazione più attenta della struttura soggettiva del paziente nel corso della cura.