Il tumore del testicolo: una prospettiva completa
I testicoli, organi chiave nel sistema riproduttivo maschile, sono sede della formazione degli spermatozoi e della produzione di ormoni maschili essenziali come il testosterone. Purtroppo, uno dei rischi che possono minacciare la salute di questi organi è il tumore del testicolo. In questo articolo, esploreremo le caratteristiche della malattia con il contributo del Dott. Alberto Macchi, esperto in Urologia a Milano
Fattori di rischio
Le cause specifiche del cancro al testicolo rimangono in gran parte sconosciute. Tuttavia, diversi fattori di rischio possono aumentare la probabilità di sviluppare questa patologia. Tra questi, il criptorchidismo, la mancata discesa di uno dei testicoli nello scroto durante la gravidanza, si pone come il principale promotore della trasformazione maligna delle cellule, con un aumento delle probabilità fino a dieci volte rispetto alla popolazione generale. Altri fattori di rischio includono la sindrome di Klinefelter, una storia familiare positiva, l'esposizione a sostanze interferenti con l'equilibrio endocrino e il fumo.
Diffusione e prevenzione
I tumori del testicolo colpiscono principalmente la popolazione giovane, con un picco di incidenza tra i 20 e i 40 anni. Non esistono programmi di prevenzione organizzati, ma l'importanza dell'autopalpazione del testicolo è fondamentale, specialmente data la giovane età dei soggetti a rischio. Un aumento di volume, un nodulo o un dolore improvviso possono essere segnali di allarme, richiedendo una valutazione medica immediata.
Tipologie e sintomi
I tumori testicolari si dividono principalmente in seminomi e non seminomi. I primi, sono più comuni e possono presentarsi anche in forme miste coinvolgendo cellule non seminali. I non seminomi includono diverse forme, come carcinomi embrionali, coriocarcinomi e teratomi. I sintomi includono noduli, aumento di volume, gonfiore, sensazione di pesantezza e dolore acuto al testicolo.
Diagnosi e cura
La diagnosi del tumore del testicolo si basa su ecografie dello scroto e marcatori tumorali come l’alfa-fetoproteina (AFP), la beta-HCG e la latticodeidrogenasi (LDH). La chirurgia è la prima scelta per i casi in fase iniziale, mentre la chemioterapia o la radioterapia possono essere necessarie per forme più avanzate. La cura ha raggiunto successi notevoli, con una percentuale di guarigione che supera il 90% quando la malattia è diagnosticata precocemente. La conservazione della fertilità è possibile attraverso la raccolta di campioni di liquido seminale prima dell'intervento chirurgico.