Impianti protesici falliti: cosa fare?
Si ricorre alla Chirurgia di Revisione delle Protesi di Anca e Ginocchio quando è necessario sostituire gli impianti protesici falliti. Ma quando si parla di protesi fallite e che cosa si consiglia di fare? Scopriamolo insieme al Dott. Francesco Pastore, specialista in Ortopedia e Traumatologia
Quali sono le cause degli impianti protesici falliti?
Generalmente, il fallimento di un impianto di protesi di anca o di ginocchio è dovuto a due fattori:
- Mobilizzazione asettica in assenza di infezione: si tratta della causa più frequente, poiché causata dalla mancanza di allineamento e della fissazione corretta delle componenti, determinando una forte instabilità dell’impianto stesso e di una precoce usura dei materiali protesici;
- Mobilizzazione settica con presenza di infezione: è una complicazione molto temuta, poiché è dovuta a una contaminazione nella sala operatoria, a una mala gestione della ferita oppure alla presenza di patologie come diabete, obesità ed artrite reumatoide.
Come si manifestano?
La sintomatologia di un paziente con mobilizzazione di protesi di anca o ginocchio include:
- Dolore intenso
- Impotenza funzionale
- Difficoltà a deambulare
- Febbre
- Rossore
- Fistole
- Deiscenza della ferita
Come si diagnosticano?
Per eseguire la diagnosi di una protesi che ha bisogno di revisione, si ricorre a:
- Radiodiagnostica tradizionale, ossia TC-Risonanza Magnetica con protocollo MARS e ago aspirato eco guidato;
- Analisi del liquido sinoviale.
Come si esegue l’intervento di revisione di protesi fallite?
Si tratta di un intervento abbastanza complesso che deve essere eseguito da specialisti altamente qualificati e in centri d’eccellenza.
Infatti, in presenza di infezione, bisognerà realizzare due interventi:
- Rimozione della protesi con conseguente posizionamento di spaziatori antibiotati;
- Rimozione degli spaziatori antibiotati con conseguente posizionamento delle protesi di revisione definitiva.
Com’è il recupero post-operatorio?
Generalmente, il paziente incomincia la terapia di riabilitazione subito dopo l’intervento, potendo così iniziare a camminare la mattina successiva.
Il ricovero è di 4-5 giorni e, successivamente, il paziente passerà quasi un mese in un Centro di Riabilitazione specializzato.