Incontinenza fecale: come combatterla
L’incontinenza fecale è una malattia rappresentata dalla perdita di feci o di liquidi, le cui cause possono avere diversa natura. Ne parla il Dott. Marco Castagnola, esperto in Chirurgia Generale a Genova
Cos’è l’incontinenza fecale?
L’incontinenza fecale è la perdita involontaria di feci o di liquidi dall’ano. Può essere associata anche ad incontinenza urinaria. È una patologia che colpisce circa il 2% della popolazione mondiale, non vi sono differenze di sesso, ma è più frequente negli anziani, in particolare in quei pazienti ricoverati in strutture residenziali.
Quali sono le cause principali
Le principali cause che favoriscono l’incontinenza fecale sono rappresentate da traumi, in prevalenza da parto, dalle anomalie della funzione ano rettale o da alcune problematiche legate ad aspetti neurologici. Nella maggior parte dei casi coesistono più cause. Anche le alterazioni della consistenza delle feci possono essere motivo di incontinenza. Ad esempio, un fecaloma (ammasso di materiale fecale dalla consistenza dura e secca) può condizionare un’urgenza defecatoria con la perdita di piccole quantità di feci, soprattutto nei pazienti anziani. Al contrario, le feci molto liquide possono essere trattenuta con difficoltà.
Qual è la diagnosi?
Al fine di determinare una diagnosi precisa è fondamentale interrogare con accuratezza il paziente sulla sua storia clinica e sulla sintomatologia. Questo permetterà di definire con precisione il tipo di incontinenza di cui è soggetto il paziente. Successivamente sarà necessaria una visita accurata, completata attraverso una rettosigmoidoscopia (esame che permette di analizzare l’ultimo tratto dell’intestino che ha l’obiettivo di individuare o di escludere la presenza di eventuali patologie). In alcuni casi saranno necessari esami strumentali, quali la manometria anorettale (utilizzata per verificare come i muscoli intorno al retto si contraggono durante l’atto defecatorio), l’ecografia endoanale, la defecografia e lo studio del transito intestinale.
Trattamenti e cure
Nel trattamento dell’incontinenza lieve o moderata, l’efficacia dell’iniezione di sostanze per rinforzare gli sfinteri è ancora oggetto di valutazione nei risultati nel lungo periodo. Nei casi di incontinenza più grave e con una “rottura” dello sfintere può essere necessario ricorre alla chirurgia con interventi più o meno complessi.
Esistono svariati metodi che consentono di migliorare e aumentare la sensibilità dei muscoli del pavimento pelvico:
- Una dieta sana, mirata alla modifica della consistenza delle feci, può migliorare la sintomatologia accompagnata da alcuni trattamenti che favoriscono l’espulsione delle feci (clisteri, microclismi, etc);
- Sedute di riabilitazione mediante Biofeedback: esercizi guidati al fine di migliorare la sensibilità del retto e di coordinare i movimenti muscolari del pavimento pelvico del paziente;
- Elettrostimolazione transanale: tecnica utilizzata per migliorare la contrazione della muscolatura del pavimento pelvico attraverso delle correnti elettriche;
- Neuromodulazione sacrale: trattamento che prevede l’utilizzo di un piccolo apparecchio che stimola le terminazioni nervose che regolano il meccanismo della defecazione.