Incremento della ferritina: un campanello d’allarme per la salute

Editato da: Serena Silvia Ponso il 09/09/2024

L’aumento della ferritina è una condizione che interessa circa il 5% degli adulti. Elevati livelli di ferritina si riscontrano in corso di malattie infiammatorie e possono far sospettare patologie da accumulo di ferro, ma ancora più frequentemente riflettono malattie metaboliche che mettono a rischio complicazioni cardiovascolari e a livello del fegato. Il Dott. Luca Valenti, esperto in Medicina Interna a Milano, ci spiega quali sono le cause più frequenti e come affrontarle.


Che cos’è la ferritina? E quali sono le più frequenti cause di aumento dei suoi valori?

La ferritina è una proteina presente a livello del sangue, dove viene rilasciata in risposta all'aumento del ferro corporeo, ma anche di stimoli infiammatori e di stress a livello cellulare (in particolare a livello delle cellule del fegato e del sistema immunitario). Il dosaggio della ferritina viene comunemente richiesto tra i comuni esami ematochimici per valutare lo stato corporeo del ferro.

La ferritina bassa è spesso indice di carenza di questo metallo, mentre l’aumento dei livelli di ferritina riflette malattie da accumulo di ferro solo in una minor parte dei casi (si veda tabella). Infatti, le cause più frequenti sono rappresentate da alterazioni metaboliche associate a sovrappeso e diabete oppure abuso alcolico, che causano eccessivo accumulo di grasso e infiammazione nel fegato, e possono portare a una malattia epatica avanzata (cirrosi e tumore del fegato), malattie infiammatorie croniche, tumori e malattie del sangue. In particolare, valori ≥ 1000 ng/ml si associano a un rischio maggiore per la salute. Il riscontro anche occasionale di aumento della ferritina è quindi un campanello di allarme che deve indurre a indagare le possibili cause, in modo da poter prevenire tempestivamente l’insorgenza di complicazioni per la salute.

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Aumento della ferritina: come indagarlo e affrontarlo?

In presenza di ferritina alta è quindi importante determinare la presenza di malattie infiammatorie, tumorali ed epatiche e di sovraccarico di ferro con gli opportuni accertamenti, basati sulla valutazione sia della storia ed esame clinico, sia da esami ematici di completamento che strumentali. La causa più frequente rimane tuttavia la presenza di infiammazione epatica in chi soffre di “fegato grasso”. In questi casi la riduzione e sospensioni di bevande alcoliche e zuccherate, attività fisica, il miglioramento della qualità della dieta e il dimagrimento (con una perdita di peso di >5% del peso iniziale) è in grado di migliorare il quadro. Per i pazienti affetti da forme più severe di iperferritinemia anche la ricerca scientifica si sta muovendo. Nei centri di riferimento sono attualmente in corso di sperimentazione clinica nuovi farmaci in grado di contrastare l’accumulo di grasso, infiammazione e fibrosi nel fegato.



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