Intervista al Prof. Salvatore Leonardi: 5 domande per conoscerci meglio
Qual è stato il suo percorso nella pneumologia pediatrica?
Il mio percorso è stato ricco e variegato. Ho iniziato lavorando nell'infettivologia pediatrica, proprio negli anni in cui si cominciava a studiare l'HIV. Successivamente, mi sono specializzato anche in gastroenterologia, un ambito che mi ha avvicinato alla fibrosi cistica, al punto da occuparmi esclusivamente di questa patologia per un certo periodo. Con il tempo, la fibrosi cistica è entrata a far parte dell'Unità di Bronco-Pneumologia Pediatrica diretta dal Prof. La Rosa, e questo mi ha avvicinato sempre di più alle malattie respiratorie. Dal 2014, come Direttore dell'Unità, ho ampliato il focus sulla gestione delle patologie pneumologiche complesse, soprattutto utilizzando la tecnologia a supporto dei pazienti cronici e formando nuovi professionisti.
Qual è stato il suo contributo nella SIMRI?
Ho iniziato come Revisore dei Conti e, successivamente, sono diventato Consigliere. L'anno scorso, ho avuto l’onore di co-presiedere il Congresso Nazionale a Palermo, insieme alla Prof.ssa La Grutta, con un focus particolare sui giovani, sempre al centro delle attività della SIMRI.
Come è cambiata la pneumologia pediatrica negli ultimi anni?
La disciplina ha subito notevoli cambiamenti, soprattutto grazie ai progressi nelle conoscenze eziopatogenetiche e nell'introduzione di nuovi trattamenti. Basta pensare ai nuovi farmaci modulatori per la fibrosi cistica o alle terapie personalizzate per l'asma, che includono l'uso di farmaci biologici. Anche la genetica ha portato nuove scoperte per le malattie respiratorie rare.
Qual è stato l'impatto della pandemia da COVID-19?
Sorprendentemente, la pandemia ha avuto un effetto positivo per molti pazienti con patologie respiratorie croniche, grazie alle misure di prevenzione che hanno ridotto la diffusione di altre infezioni. Ad esempio, i Centri Europei per la Fibrosi Cistica hanno riscontrato una bassa percentuale di pazienti che hanno avuto bisogno di ricoveri in terapia intensiva.
Quale consiglio darebbe ai giovani che si avvicinano alla pneumologia pediatrica?
Durante le lezioni agli studenti di medicina, ricordo sempre che la pediatria è la nostra base, ma specializzarsi in aree come la pneumologia rappresenta un arricchimento formativo. Acquisire competenze specifiche mantenendo una visione d’insieme è il modello più efficace per l'assistenza, e questo è ciò che cerco di trasmettere ai miei studenti e specializzandi.