Ipertrofia prostatica benigna: sintomi e diagnosi
La prostata è una ghiandola che avvolge l’uretra subito al sotto della vescica. È composta da una parte centrale (ghiandola) avvolta da un guscio (capsula). La sua funzione è quella di produrre il mezzo liquido grazie al quale gli spermatozoi possono essere espulsi e all’interno del quale trovano tutti gli elementi necessari alla loro sopravvivenza all’esterno. Il Dott. Giuseppe Montagna, esperto in Urologia a Roma, ci parla della sintomatologia e della disgnosi dell’ipertrofia prostatica benigna
Superati i 40 anni in circa l’80% dei maschi la componente ghiandolare più a stretto contatto con l’uretra (periuretrale) inizia ad aumentare di volume determinando lo sviluppo dell’adenoma (IPB) che ha come conseguenza una progressiva compressione dell’uretra che impedisce il corretto svuotamento della vescica.
Il 40-60% dei maschi tra i 40-60 anni di età soffre di disturbi urinari di entità variabile moderata/grave legati a tale condizione. La percentuale sale a oltre l’80% dopo i 70-80 anni.
Quali caratteristiche ha la sintomatologia dell’ipertrofia prostatica benigna?
La sintomatologia di esordio è varia i sintomi riferiti sono: necessità di interrompere il sonno, anche più volte, per urinare (nicturia), necessità di urinare più spesso durante il giorno (pollachiuria), difficoltà a iniziare con flusso ridotto e a volte fastidioso (disuria), gocciolamento terminale.
Questi sintomi col tempo tendono ad aggravarsi a causa del progressivo aumento di volume della ghiandola prostatica e del conseguente danno vescicale. La vescica, che è sostanzialmente un muscolo a forma di sfera (muscolo detrusore), collabora alla minzione grazie alla sua contrazione, quando questa è ostacolata dall’aumento di volume della ghiandola prostatica il lavoro da compiere è maggiore e nel tempo si instaura un progressivo danno di parete. La vescica non garantisce più il suo completo svuotamento, il residuo postminzionale (RPM) aumenta con il progredire dell’ostruzione e il deterioramento della parete vescicale favorendo la cronicizzazione delle infezioni urinarie (cistite cronica).
Quest’ultima contribuisce all’aggravamento della sintomatologia irritativa favorendo nel tempo sia l’insorgenza di danno renale e che dei tumori della vescica. Più a lungo dura l’ostruzione maggiore è il danno vescicale minori sono le possibilità di recupero.
Quali esami vengono utilizzati ai fini diagnostici?
La comparsa di sintomatologia minzionale ma anche l’aver superato i cinquanta anni di età rappresentano un valido motivo per sottoporsi a visita urologica. Lo specialista in base alla sua esperienza clinica per il completo inquadramento clinico utilizzerà:
- PSA: enzima prodotto dalla ghiandola prostatica per ottenere la giusta fluidificazione del liquido prostatico. Nella IPB il suo valore risulta leggermente aumentato mantenendo un buon rapporto (ratio) tra frazione libera e totale (% di libero su totale). Qualsiasi dubbio interpretativo va approfondito per escludere la presenza di cancro;
- Ecografia transrettale: oltre a definire con precisione morfologia e dimensioni della prostata, può evidenziare aree sospette per tumore e fornisce dettagliate informazioni sullo stato di salute della vescica e sull’entità del residuo postminzionale (RPM);
- Uroflussimetria e Esame Urodinamico (UDM): studiano il comportamento dell’apparato urinario durante la minzione valutando entità e velocità del flusso urinario, funzionalità della parete vescicale e % di successo di intervento disostruttivo;
Terapia farmacologica della IPB
Rappresenta sempre il primo approccio terapeutico alla IPB riducendone l’effetto compressivo sull’uretra, facilitandolo svuotamento vescicale.
- Fitoterapici: l’elemento di base sempre presente è la Serenoa Repens (estratto dalle radici di una palmacea sudamericana) spesso associato ad altri estratti vegetali ad azione decongestionante e antiossidante. La loro azione è semplicemente decongestionante e antinfiammatoria. Privi di effetti collaterali rappresentano la prima linea terapeutica utile nella fase iniziale di insorgenza della sintomatologia ostruttiva;
- Alfalitici: veloce e significativa azione disostruttiva nelle IPB di piccole e medie dimensioni. Tra gli effetti collaterali più segnalati ipotensione e eiaculazione retrograda;
- Inibitori della 5a-reduttasi: efficace sulle voluminose IPB congeste. Effetti collaterali: diminuzione della libido (calo del desiderio sessuale) e inibizione della sintesi del PSA da considerare con grande attenzione nello screening del cancro della prostata.