Iperuricemia e gotta: qual è la relazione?
La gotta veniva in passato definita “la malattia dei ricchi”, ma in realtà può colpire chiunque. Ce ne parla il nostro esperto in Medicina Interna a Forlì-Cesena, il Dott. Nicola Castaldini
Iperuricemia e gotta: cosa sono e come si manifestano?
L’iperuricemia, ovvero l’aumento dei valori di acido urico nel sangue, può derivare o da una ridotta eliminazione delle purine (un tipo di acidi nucleici), oppure dall’eccessiva produzione di urati (dovuta a forme genetiche o conseguenti a patologie, disturbi metabolici, ecc.). L’eccesso di acido urico può determinare il deposito di cristalli di tale sostanza nelle articolazioni e provocare un tipo di artrite infiammatoria acuta conosciuto come “gotta”.
La gotta si caratterizza da attacchi spesso notturni che provocano arrossamento, gonfiore e dolore alle articolazioni colpite, nelle quali si formano dei rigonfiamenti (i cosiddetti “tofi gottosi”), specie di piccole articolazioni e, in particolare, dell’alluce. Oltre alla patologia articolare, l’eccesso di acido urico può determinare una sofferenza renale con l’escrezione di calcoli o microcalcoli di urati o di acido urico.
Se da un lato l’acido urico rappresenta un potente antiossidante idrofilo, che contrasta lo stress ossidativo, dall’altro è nota in letteratura l’associazione tra iperuricemia e sindrome metabolica - condizione caratterizzata dalla contemporanea presenza di dislipidemia, ipertensione arteriosa, diabete, insulino-resistenza e obesità – a sua volta associata ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari.
Raccomandazioni dietetiche
- Contrastare, se presente, l’aumento di peso attraverso l’adozione di una dieta equilibrata eventualmente ipocalorica e la pratica di regolare attività fisica, pari ad almeno 150 minuti a settimana di camminata, bici in pianura, ballo, giardinaggio, yoga.
- Evitare i digiuni prolungati e le diete fortemente ipocaloriche sbilanciate.
- Idratarsi a sufficienza: 2,5 litri al giorno negli uomini e 2 litri al giorno nelle donne
- Seguire le raccomandazioni per una corretta alimentazione nella popolazione generale, in particolare assumere almeno cinque porzioni al giorno di frutta e di verdura.
Alimenti non consentiti
- Insaccati
- Frattaglie: fegato, cervella, rognone
- Selvaggina
- Strutto, lardo, cucinati o fritti
- Bevande zuccherate contenenti fruttosio come cola o analoghi, succhi di frutta
- Dadi da cucina
- Molluschi e frutti di mare
- Alimenti conservati
- Pesce azzurro ad alto contenuto di purine come acciughe, alici, sardine, sgombri
- Alcol
Alimenti consentiti con moderazione
- Carni e pollame (porzione di circa 100 grammi al giorno) 1-2 volte a settimana;
- Affettati (preferibilmente prosciutto crudo di consorzio, porzione di circa 50 grammi) 1 volta a settimana);
- Legumi (piselli, fagioli, lenticchie) 2-3 volte a settimana;
- Pesce a medio contenuto di purine: spigola, carpa, cernia, luccio merluzzo, nasello, palombo, sogliola, rombo, trota (porzione di circa 150 grammi) 2 volte a settimana;
- Alcuni tipi di verdure quali asparagi, spinaci, cavolfiori e funghi;
- Frutta a guscio.
Alimenti consentiti e consigliati
- Verdure: da consumare ad ogni pasto, cruda o cotta
- Agrumi
- Frutta fresca
- Olio extravergine di oliva a crudo
- Pasta, farinacei e riso non integrali o semi integrali
- Latte e yogurt
- Formaggi, soprattutto Grana Padano DOP o prodotti a basso contenuto di grassi come crescenza, fior di latte, mozzarella, scamorza
- Uova
Farmaci potenzialmente coinvolti nell’iperuricemia
- Acido acetil-salicilico
- Diuretici
- Cortisonici
- Chemioterapici
Su cosa si basa la terapia?
La terapia degli attacchi acuti si basa sull’impiego di alcuni farmaci, tra cui alcaloidi e FANS. Da evitare i farmaci che aumentano l’escrezione di acido urico, perché potrebbero peggiorare la situazione. La terapia preventiva, oltre che sul ruolo fondamentale dello stile di vita, si basa sull’eventuale impiego di altri farmaci a base di allopurinolo e inibitori della xantina ossidasi.