L’intervento chirurgico per il tumore alle ovaie: quando e come?
Nonostante la sua bassa incidenza, purtroppo il tumore alle ovaie è ancora ad oggi caratterizzato da un alto tasso di mortalità: più frequente tra le donne in età adulta (50-65 anni), rappresenta una delle principali cause di morte nella popolazione femminile dei Paesi sviluppati. Questo tumore, difficile da prevenire se non attraverso visite ginecologiche frequenti, può essere trattato con la radioterapia, la chemioterapia o l’intervento chirurgico in base allo stadio della malattia, all’età e alle condizioni di salute della paziente. Quando decidere, quindi, per l’intervento chirurgico? Vediamolo insieme nel seguente articolo
La scelta dell’intervento chirurgico
L'intervento chirurgico svolge un ruolo chiave nel trattamento del tumore alle ovaie. In base alla diffusione del tumore stesso, la scelta del tipo di intervento è fondamentale per l’estirpazione della massa cancerosa: ad esempio, se il cancro è circoscritto alle ovaie, durante l’intervento si asporterà il tumore e si eseguiranno biopsie per individuare la reale diffusione della malattia; mentre nel caso in cui la massa sia già diffusa nell’addome, si effettuerà un intervento molto complesso in cui si asporterà tutto il tumore visibile.
È importante sottolineare, inoltre, che anche l’età e la salute della paziente sono fattori importanti al momento di scegliere quale intervento chirurgico effettuare. Infatti, nel caso di donne anziane o cardiopatiche con tumore diffuso, si evita l’intervento di asportazione totale, mentre alle donne giovani affette da cancro non diffuso e allo stadio iniziale, si può proporre un intervento conservativo in modo da offrire la possibilità di una gravidanza futura.
Quali sono le tipologie di intervento?
Come è stato detto in precedenza, il chirurgo può optare per interventi più o meno invasivi in base a vari fattori. Vediamo ora nel dettaglio le diverse tipologie:
- La chirurgia conservativa è la scelta migliore nel caso di tumore allo stadio iniziale, soprattutto per le donne che non vogliono rinunciare alla possibilità di diventare mamme in futuro. Effettuata anche attraverso tecniche robotizzate e mininvasive, ha un tasso di rischio di recidiva maggiore rispetto alla chirurgia radicale. In seguito all’intervento sarà inoltre necessario sottoporsi ad un follow-up intensivo;
- Nel caso di diffusione del tumore nella pelvi e nella cavità addominale, si opta per la citoriduzione primaria. Con l’obiettivo di asportare completamente il tumore visibile macroscopicamente, la prognosi e la sopravvivenza delle pazienti dipende dal tumore residuo: è quindi molto importante affidarsi ad un’equipe di ginecologi specializzati nel trattamento di questa forma tumorale;
- Nel caso di tumore recidivo o di pazienti sottoposti inizialmente a chemioterapia, si sceglie di intervenire con la citoriduzione secondaria. Questo tipo di chirurgia dovrà essere seguito da controlli radiologici, ematologici e clinici periodici.
Il tumore alle ovaie si può prevenire?
Purtroppo non esistono sono ancora programmi di screening totalmente affidabili che possano prevenire il tumore alle ovaie. Tra i fattori di rischio d’insorgenza di questa patologia ci sono la familiarità, l’età avanzata, la prima gravidanza tardiva, o la menopausa tardiva: soprattutto alle pazienti con queste caratteristiche, ma in generale a tutte le donne dalla maggiore età in poi si consiglia di effettuare una visita ginecologica ogni anno: studi scientifici hanno infatti dimostrato che in questo modo si può prevenire il tumore e facilitare una sua diagnosi precoce.