La rottura del tendine distale del bicipite brachiale: parliamone con il Dott. Pasquale Sessa
La rottura del tendine distale del bicipite è rara, colpendo circa il 3% delle rotture del bicipite. Solitamente causata da un singolo evento traumatico, questa lesione provoca una significativa perdita di funzionalità nell'avambraccio, spesso richiedendo intervento chirurgico per il ripristino anatomico del tendine sulla tuberosità radiale. In questo articolo, il Dott. Pasquale Sessa parlerà di questa condizione, dalla diagnosi alle tecniche chirurgiche più indicate per recuperare la funzionalità del braccio.
Di cosa si tratta?
La rottura del tendine distale del bicipite brachiale (RTDB) è una lesione rara che avviene prevalentemente in pazienti maschi tra la quarta e la sesta decade di vita, con un’incidenza di 1.2-2.5 abitanti su 100.000 per anno. Sono colpiti con maggiore frequenza i lavoratori manuali ed i giovani sportivi come i body-builder. Il meccanismo traumatico più comune è rappresentato da una contrazione eccentrica del braccio in flessione e supinazione; talvolta la rottura è provocata da una caduta accidentale con arto atteggiato a difesa.
Quali sono i sintomi?
Clinicamente il paziente avverte una sensazione di strappo associata a dolore intenso di breve durata alla piega del gomito; nei giorni successivi compare frequentemente una ecchimosi a livello della regione anteriore del gomito e dell’avambraccio. La diagnosi di lesione del tendine distale del bicipite brachiale è principalmente clinica e si basa sulla storia anamnestica riferita dal paziente e sulla positività di 2 test clinici: l’Hook Sign test e la valutazione della forza in supinazione contro resistenza; nei casi dubbi l’ecografia o la RMN possono risultare dirimenti.
Quali sono i trattamenti disponibili?
La lesione del tendine distale del bicipite brachiale necessita di un trattamento chirurgico nella maggior parte dei casi, riservando il trattamento conservativo a pazienti anziani con basse richieste funzionali o a pazienti con significative comorbidità che controindicano una anestesia, anche periferica.
Il trattamento conservativo è spesso associato a un deficit di forza del 30% in flessione e più del 40% in supinazione, determinando al paziente un deficit funzionale significativo. Inoltre, alcuni pazienti sviluppano dolore cronico in corrispondenza della regione anteriore del braccio, soprattutto nei casi associati ad una marcata risalita del ventre muscolare.
Il trattamento chirurgico consiste nella reinserzione del tendine alla tuberosità radiale. Esistono diverse tecniche chirurgiche che prevedono uno (tecnica singola incisione) o due accessi chirurgici (tecnica doppia incisione) e numerose modalità con cui eseguire la tenodesi: la sutura transossea, le ancore, l’Endobutton e le viti ad interferenza.
È stato dimostrato che tutte queste tecniche consentono di ottenere buoni risultati clinici nella maggioranza dei casi con un tasso di complicanze maggiori contenuto. Il trattamento chirurgico prevede l’utilizzo di incisioni cutanee di piccole dimensioni e che non interferiscono con la cosmesi del braccio.
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Il trattamento può variare in funzione del tempo trascorso tra evento traumatico ed intervento chirurgico; in base al momento in cui sono trattate, le RTDB vengono classificate in acute (<21 giorni), subacute (21-45 giorni) e croniche (>45 giorni). Il trattamento nei casi cronici è più complesso e richiede frequentemente la ricostruzione con “augmentation”, ossia la ricostruzione con innesti tendinei autologhi od omologhi di banca. Le complicanze descritte, anche se poco frequenti, sono:
- Ossificazioni eterotopiche;
- Lesioni transitorie del nervo interosseo posteriore;
- Lesioni da stiramento del nervo cutaneo laterale del braccio;
- Deiscenze ferita chirurgica.