La tiroide e le sue patologie
Quanto sei informato sulla tiroide e sulle patologie che la colpiscono? Per avere un’idea più chiara, ne abbiamo parlato con il Dott. Sabino Pesce, endocrinologo pediatrico
Sintomi diversi: ipotiroidismo o ipertiroidismo
La sintomatologia che si accompagna ad una affezione tiroidea è alquanto varia ed è in relazione alla durata della malattia.
L’ipotiroidismo, causato da una ridotta funzionalità tiroidea, può manifestarsi con:
- aumento di volume della ghiandola tiroidea
- stanchezza
- cute secca
- stipsi
- edemi agli arti
- sonnolenza
- bradicardia
- aumento di peso
- Nel bambino determina anche una scarsa crescita staturale.
L’ipertiroidismo, determinato da una aumentata funzionalità tiroidea, si presenta con:
- aumento di volume della ghiandola tiroidea cosiddetto “gozzo”
- tachicardia
- tremori
- stato di agitazione motoria
- insonnia
- alvo diarroico
- perdita di peso corporeo
- prominenza del globo oculare cosiddetto “esoftalmo”
- aumento dell’appetito
- disturbo dell’attenzione.
I fattori di rischio: natura immunitaria e storia familiare
I fattori di rischio che influenzano la insorgenza della patologia tiroidea nel corso della vita sono di natura autoimmunitaria, nonché genetico-familiare. Infatti è frequente il riscontro di questa patologia in vari componenti della stessa famiglia. La insorgenza può riguardare qualunque età e attualmente la maggior frequenza la si riscontra nel sesso femminile.
Come arrivare alla diagnosi: prelievo ed ecografia
Le indagini basali necessarie alla diagnostica della patologia tiroidea sono rappresentate da un semplice prelievo di sangue per il dosaggio degli ormoni tiroidei FT3, FT4 e TSH ed una ecografia tiroidea.
La diagnostica può essere estesa con altre indagini in ragione del riscontro clinico e strumentale. Infatti in presenza di noduli che rivestono particolari caratteristiche si procede con l’agoaspirato ed esame citologico.
Possibili terapie: le opzioni disponibili
La terapia è differente per ciascuna alterazione. Nel caso di nodulo che presenta un certo grado di malignità si procede con la “tiroidectomia” cioè l’asportazione della ghiandola “tiroidea” a cui ovviamente farà seguito la terapia sostitutiva permanente con levotiroxina.
Nel caso di ipotiroidismo la terapia è rappresentata dalla levotiroxina, mentre nel caso di ipertiroidismo si utilizzano farmaci antitiroidei come il metimazolo o il propiltiouracile. La terapia con levotiroxina non crea alcun effetto collaterale o indesiderato in quanto trattasi di terapia sostitutiva.
Discorso a parte merita la terapia con metimazolo o propiltiouracile in quanto possono essere presenti effetti indesiderati: infatti in caso di mancata remissione, dopo circa due anni è preferibile effettuare una tiroidectomia o una terapia radiante tiroidea, e ovviamente a seguire terapia sostitutiva con levotiroxina.