Le opzioni terapeutiche per il tumore alla prostata
Il tumore alla prostata può essere combattuto: chirurgia, radioterapia e ormonoterapia sono solo alcune delle terapie disponibili. In cosa consistono? Ce lo spiega il Prof. Riccardo Valdagni, esperto in Radioterapia a Milano
Quali sono le opzioni terapeutiche per combattere il tumore alla prostata?
Le opzioni terapeutiche e osservazionali a disposizione per il tumore alla prostata possono essere differenti a seconda della classe di rischio e delle caratteristiche del tumore: chirurgia, radioterapia esterna, brachiterapia, sorveglianza attiva e vigile attesa, ormonoterapia, chemioterapia e terapia radio metabolica.
- Chirurgia: prevede la rimozione della prostata e delle vescicole seminali (prostatectomia radicale) associata o meno all’asportazione dei linfonodi (linfoadenectomia)
- Radioterapia esterna: utilizza radiazioni ionizzanti per distruggere le cellule tumorali, salvaguardando i tessuti e gli organi sani circostanti. Può avere diverse finalità: curativo-radicale, post-operatoria, palliativa.
- Brachiterapia: è una forma di radioterapia che prevede il posizionamento di piccole sorgenti radioattive direttamente all’interno della prostata.
- Sorveglianza attiva: è un programma di monitoraggio della malattia proponibile a pazienti con tumori potenzialmente indolenti, che rientrano nelle classi di rischio molto bassa e bassa, in alternativa ai trattamenti radicali; consiste in controlli clinici e strumentali (PSA e biopsia, quando indicata la Risonanza Magnetica multiparametrica), evita o dilaziona il trattamento curativo (e quindi i relativi effetti collaterali) finché permangono le caratteristiche indolenti della malattia.
- Vigile attesa: è un programma di monitoraggio poco intensivo, che mira a preservare la Qualità della Vita a pazienti con un’aspettativa di vita inferiore a 5 anni;consiste in controlli a intervalli semestrali con solo PSA e esplorazione rettale. Se compaiono dei disturbi o sintomi, può essere avviata una terapia oncologica, generalmente di tipo ormonale e di supporto, mirata al loro controllo dei sintomi.
- Ormonoterapia: consiste nell’assunzione di farmaci in grado di interferire con la produzione e gli effetti del testosterone, l’ormone maschile che promuove la crescita del cancro della prostata. Può essere utilizzata in associazione ad altre terapie (radioterapia curativa e brachiterapia) per aumentarne l’efficacia, e in stadio avanzato o metastatico per controllare la malattia.
- Chemioterapia: si tratta di trattamenti farmacologici proponibili a pazienti con malattia diffusa alla diagnosi o che non risponde più alla terapia ormonale. L’obiettivo è ridurre l’estensione della malattia, dei sintomi e migliorare la qualità della vita del paziente.
- Nuovi farmaci: recentemente sono state introdotte nuove terapie che hanno un meccanismo d’azione di tipo ormonale, tra cui abiraterone e enzalutamide. Inoltre, è disponibile anche una radioterapia “liquida” con un farmaco radioattivo, la terapia radio-metabolica. Il farmaco radioattivo si lega alle cellule tumorali ossee causandone la distruzione, ed è efficace nei pazienti con metastasi ossee.
A quale specialista rivolgersi
Il carcinoma prostatico può essere trattato con diverse modalità terapeutiche in base alle caratteristiche della malattia e del paziente e talvolta possono essere seguite differenti strategie di trattamento. Di conseguenza, ai malati consigliamo di rivolgersi a centri specializzati, possibilmente dotati di una Prostate Cancer Unit e abituati a lavorare in un contesto e modalità multidisciplinare e multiprofessionale. Qui gli specialisti coinvolti nel percorso di cura del paziente con tumore prostatico, tipicamente urologi, oncologi radioterapisti, oncologi medici, anatomo-patologi, radiologi, psicologi e infermieri sono in grado di offrire terapie aggiornate e di ricerca e di proporre percorsi diagnostici (vedi come diagnosticare il tumore alla prostata) e terapeutici integrati e individualizzati ai singoli pazienti.