Linfoadenopatia nei bambini: quando preoccuparsi?
Per linfoadenopatia si intende l’ingrossamento dei linfonodi. Nel caso dei bambini non sempre si tratta di malattie gravi, quindi capiamo meglio di che cosa si tratta e quando è necessario ricorrere a uno specialista
Quali funzioni svolgono i linfonodi?
I linfonodi, conosciuti anche come ghiandole linfatiche, sono appunto ghiandole appartenenti al sistema immunitario.
Si presentano con una forma tondeggiante e si trovano in varie parti del corpo, le cosiddette vie linfatiche. Alcuni sono profondi, come quelli addominali, e altri superficiali, tra cui quelli della testa, collo e mandibola.
I linfonodi si possono pensare come “stazioni di passaggio” attraverso cui si muove la linfa.
La loro funzione è quella di difenderci da potenziali aggressioni esterne o interne.
Quindi, in questo processo di difesa, i linfonodi si ingrossano.
Perché si ingrossano i linfonodi?
La risposta di difesa del nostro organismo contro le malattie infiammatorie, infettive o tumorali in atto può comportare un ingrossamento dei linfonodi, definito linfoadenomegalia o linfadenopatia.
Nei bambini le cause principali di questo ingrossamento includono:
- Faringite
- Tonsillite
- Ascessi dentali
- Ferite
- Gengivostomatiti
- Afte
- Malattia da graffio di gatto
- Toxoplasmosi
- Infezioni della pelle
- Ingestione di alimenti contaminati
- Vaccinazioni recenti
Quando preoccuparsi?
Bisogna preoccuparsi e richiedere una visita pediatrica urgente quando si verificano i seguenti casi:
- Linfonodi ingrossati da più di 3-4 settimane
- Dolore osseo
- Febbre persistente
- Malessere o stanchezza persistente
- Perdita di peso
- Prurito persistente
- Difficoltà a respirare
- Fegato o milza ingrossati
- Presenza di petecchie, rash o lividi cutanei
- Tosse notturna persistente
Come avviene la diagnosi?
In presenza di linfonodi ingrossati, il pediatra realizzerà un’accurata anamnesi e potrà richiedere alcuni esami di approfondimento tra cui:
Quali terapie vengono impiegate?
Generalmente, è sufficiente un trattamento sintomatico a base di paracetamolo o ibuprofene, che ha l’obiettivo di diminuire il fastidio e il dolore.
In presenza di infezione batterica, è necessaria una terapia antibiotica con durata di 14 giorni.
Invece, in tutti gli altri casi il trattamento dipende dalla causa che ha provocato l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche.