Linfoma di Hodgkin: cosa, perché, chi, come, quando
Il Linfoma di Hodgkin viene classificato tra le patologie tumorali rare. Probabilmente non ne avrete sentito mai parlare, se non nei Media durante l’ultimo anno quando la figlia del famoso cantante italiano Jovanotti è riuscita a sconfiggere la malattia. Il Dott. Roberto Massimo Lemoli ci aiuta a capire meglio che cos’è Il Linfoma di Hodgkin ed i trattamenti che abbiamo a disposizione
Definiamo “Linfoma di Hodgkin”
Il Linfoma di Hodgkin (LH) è una neoplasia delle cellule B del sistema immunitario. Ha una incidenza di circa 2-3 su 100.00 abitanti e presenta un picco nella seconda e terza decade di vita. Rappresenta circa il 10% di tutti i tipi di linfoma.
Una malattia senza causa
Non sono state identificate cause certe per il LH. Peraltro, viene riportata una certa familiarità nello sviluppo della malattia con un rischio aumentato nei parenti di primo grado di pazienti con LH rispetto alla popolazione di controllo di pari sesso ed età. Inoltre, è possibile la associazione con la presenza del genoma virale da virus EBV nelle cellule linfomatose
Campanelli d’allarme
Molti pazienti si presentano dal medico riferendo la comparsa di una tumefazione linfonodale superficiale, più spesso nella regione del collo, in assenza di sintomi. Viceversa, una quota di pazienti riferisce, oltre alle tumefazioni linfonodali, sintomi aspecifici come:
- febbricola (soprattutto nelle ore serali);
- sudorazioni profuse, prevalentemente notturne;
- perdita significativa di peso non volontaria (maggiore del 10% di peso corporeo).
Anche il prurito diffuso, in assenza di lesioni dermatologiche diagnosticate, persistente da settimane o mesi può associarsi alla diagnosi di LH benché questo sintomo non sia considerato indicativo come i precedenti.
Quali cure abbiamo a disposizione al giorno d'oggi?
Il LH rappresenta ad oggi una delle malattie neoplastiche con maggiore possibilità di cura e guarigione con oltre l’80% dei pazienti capace di raggiungere la remissione completa dopo la prima linea di terapia. La polichemioterapia e la radioterapia ancora rappresentano i capisaldi del trattamento del LH. Peraltro, negli ultimi anni nuovi farmaci sono stati approvati per il paziente con LH ricaduto/refrattario portando ad un deciso miglioramento della sopravvivenza. In particolare, viene ora correntemente utilizzato un anticorpo monoclonale, coniugato ad un agente chemioterapico, diretto verso una molecola (CD30) espressa dalle cellule tumorali del LH. Più recentemente, è stato approvato l’uso di agenti immunoterapici destinati a ripristinare la risposta immunitaria verso le cellule neoplastiche del LH, risposta immunitaria che è generalmente molto compromessa in questa malattia.