Malattie parodontali: i sintomi e le cause
Le malattie parodontali, come la Parodontite o “piorrea”, coinvolgono l'infiammazione cronica del tessuto di supporto dei denti. Sintomi come sanguinamento gengivale e perdita ossea possono variare da paziente a paziente. Il Dott. Agostino Guida ci aiuta a capire meglio
Quali sono i principali segnali che indicano la presenza di problemi parodontali?
Le malattie parodontali comprendono un ampio spettro di patologie. Alcune sono collegate alla placca batterica e al tartaro come la Parodontite, comunemente chiamata “piorrea”. Questa è una malattia infiammatoria cronica multifattoriale associata alla presenza di placca batterica, che porta alla progressiva distruzione dell’apparato di supporto del dente, ovvero il “parodonto”. Tale condizione è caratterizzata da “perdita clinica di attacco” (CAL) cioè del legamento che collega il dente all’osso, perdita di osso alveolare valutabile radiograficamente, presenza di tasche parodontali e sanguinamento gengivale. La sintomatologia varia molto da paziente a paziente, passando da completamente asintomatica a presenza di ipersensibilità o dolore. Anche la mobilità degli elementi dentari interessati da parodontite è molto variabile e non è sempre collegata alla entità della perdita di tessuto parodontale né tantomeno rappresenta da sola un’indicazione all’estrazione del dente.
Quali sono le cause più comuni di malattie parodontali?
La predisposizione genetica è tra i fattori collegati all’insorgenza e alla progressione della parodontite e non può essere modificata. È possibile però intervenire sugli altri fattori scatenanti: eliminare o ridurre notevolmente i livelli di placca e tartaro - sia con le opportune manovre di igiene orale domiciliare e sia tramite sedute cicliche dal proprio odontoiatra - e adottare uno stile di vita sano, evitando il fumo e prevenendo malattie come il diabete che è legato reciprocamente alla salute parodontale (il diabete ha una cattiva influenza sulla salute parodontale e la parodontite rende più difficile il controllo della glicemia nel paziente diabetico).
In che modo la parodontologia ha evoluto le sue tecniche di trattamento negli ultimi anni?
L’evoluzione maggiore è rappresentata dalla nuova classificazione del 2018 che distingue le Parodontiti in Stadi e Gradi, e dalla realizzazione delle Linee Guida per la terapia della Parodontite recentemente pubblicate (nel 2020 e nel 2022). La disponibilità di una classificazione più dettagliata e delle Linee Guida consente l’effettuazione di una terapia mirata ed efficace garantendo risultati clinici più predicibili e duraturi.
Chi soffre di parodontite può mettere gli impianti?
La parodontite è la principale causa di perdita dei denti nell’età adulta, quindi frequentemente c’è la necessità di trattare l’edentulia (cioè la mancanza di denti) in un paziente affetto da parodontite. Bisogna necessariamente dapprima curare la parodontite e solo dopo si può attuare la riabilitazione implantare, in modo da eseguirla nel paziente che ha ottenuto il risanamento parodontale e che è inquadrato in un protocollo di controlli e trattamenti periodici (protocollo di mantenimento parodontale). Questa condizione viene definita “Storia di Parodontite”. Se la malattia parodontale arriva nei suoi stadi più avanzati parodontali il paziente è maggiormente predisposto all’insorgenza di perimplantite, che, similmente, causa una distruzione progressiva dei tessuti di supporto implantare fino alla perdita dell’impianto. La perimplantite è la principale causa di fallimento e di perdita degli impianti. Va sottolineato che la parodontite è una malattia cronica quindi, qualora il paziente smetta di occuparsi della parodontite, facendo ritornare in fase attiva la malattia, si espone ad alti rischi di insorgenza di perimplantite.
Come mantenere una buona salute parodontale a lungo termine?
Cominciando ad occuparsi della propria salute orale (e non solo) da giovani. La prevenzione consente di ottenere risultati irraggiungibili con qualunque terapia.