Malattie proctologiche: fattori di rischio, prevenzione e nuove terapie
Dopo aver scoperto quali sono le malattie proctologiche di cui si occupa la branca della proctologia, il Dott. Giovanni Maria Colombo ci spiega quali sono i fattori di rischio per lo sviluppo di queste patologie, come fare per prevenirle e se ci sono stati progressi recenti nell’ambito delle tecniche e terapie utili per trattare queste malattie
Quali sono i principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie proctologiche? Ci sono modi per prevenirle?
I principali fattori di rischio per le malattie proctologiche sono i seguenti:
- tutte le alterazioni dell’alvo (stitichezza cronica, diarrea);
- incremento della pressione pelvica (gravidanza);
- stili di vita (sedentarietà, mantenimento prolungato della stazione eretta, abuso di nicotina);
- abitudini alimentari con assunzione eccessiva di alcool e cibi piccanti;
- farmaci (anticoncezionali, uso prolungato di lassativi);
- malattie infiammatorie croniche intestinali;
- predisposizione familiare.
Per fare prevenzione è bene:
- praticare attività fisica regolare con un’equilibrata attività motoria;
- seguire un’alimentazione ricca di fibre e con abbondante assunzione di acqua che aiuta a regolarizzare la funzione intestinale;
- abolire o ridurre, in particolare per la patologia emorroidaria, cibi particolarmente piccanti e speziati nella dieta (peperoncino, insaccati), bevande alcoliche, cioccolato e fumo di sigaretta.
Quali sono i progressi recenti nella proctologia e le nuove tecniche o terapie che potrebbero migliorare la cura dei pazienti?
Per quanto riguarda le fistole perianali, da qualche anno sono stati messi a punto trattamenti non invasivi che permettono di preservare l’integrità della muscolatura sfinteriale. Tra questi il trattamento con colla biologica ha dato buoni risultati, con un tasso di successi di circa il 70% a 3 anni dal trattamento.
La patologia emorroidaria, in rapporto ai disturbi che essa determina, può essere trattata, oltre che con le tecniche classiche, con altre metodiche mininvasive che non lasciano cicatrici esterne e non rimuovono i cuscinetti emorroidari:
- prolassectomia con stapler (suturatrici meccaniche);
- dearterializzazione doppler guidata:
- radiofrequenza.
Tali trattamenti permettono una riduzione del dolore postoperatorio con una più rapida ripresa dell’attività lavorativa.
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