Parliamo di atrofia vulvo-vaginale
Le conseguenze dell’Atrofia vulvo-vaginale possono avere un impatto molto invalidante per la donna, in particolar modo dal punto di vista sessuale, creando spesso situazioni di difficoltà relazionale. A parlarcene in questo articolo è il Dott. Stefano Fracchioli, specialista in Ginecologia a Torino
Che cos’è?
L’atrofia vulvovaginale (AVV) interessa l’apparato genitale femminile, colpendo soprattutto i tessuti che rivestono l’interno della vagina e l’introito (o vestibolo) vulvare. È una condizione che si può presentare nella donna a causa del calo dei livelli di estrogeni (gli ormoni femminili prodotti dalle ovaie), può comparire alla donna in menopausa o, a prescindere dall’età, anche in donne che si sono sottoposte a ovariectomia bilaterale (asportazione delle ovaie) o a cure chemioterapiche / ormonoterapie oncologiche. Secondo le statistiche, in Italia ad esserne colpita è una donna su due.
Quando si manifesta?
Dopo la menopausa la mucosa vaginale si assottiglia e ne consegue una riduzione della vascolarizzazione e dell’elasticità. Inoltre, Il pH vaginale aumenta e i lactobacilli (i cosiddetti batteri buoni che proteggono la mucosa vaginale) diminuiscono: questo provoca una condizione di minor difesa, che può facilitare lo sviluppo di infiammazioni dei tessuti, infezioni o contaminazioni vaginali da parte di altri germi, come ad esempio quelli intestinali.
I sintomi dell’atrofia vulvo-vaginale
I sintomi della menopausa possono manifestarsi in maniera differente da donna a donna e possono comparire entro un intervallo di tempo che varia da 1 a 5 anni dopo l'inizio della menopausa. Non tutte le donne, infatti, sperimentano gli stessi sintomi o la stessa intensità di questi.
Alcuni dei sintomi più comuni includono:
- secchezza vaginale
- prurito intimo
- bruciore e dolore durante i rapporti sessuali, noto come dispareunia.
Inoltre, potrebbero presentarsi sintomi urinari quali:
- bruciore durante la minzione
- frequenza urinaria aumentata
- incontinenza
- infezioni del tratto urinario, come le cistiti.
L'atrofia vaginale può causare una significativa perdita di lubrificazione e di elasticità dei tessuti vaginali, con conseguente compromissione della loro funzionalità. Queste alterazioni possono creare notevoli disagi durante l'atto sessuale. Oltre alle implicazioni fisiche di questa patologia, è importante tener conto anche dei problemi psico-sociali che la donna può sperimentare a causa delle difficoltà nel gestire le attività quotidiane e delle problematiche relative alla sfera sessuale.
Trattamento dell'atrofia vulvo-vaginale
La vaginite atrofica è una condizione che può essere trattata con vari approcci, spesso integrati tra loro e modulati nel tempo in base al consiglio del proprio ginecologo.
Un primo passo potrebbe consistere nell'uso di idratanti e lubrificanti vaginali. Tuttavia, ci sono molte altre terapie disponibili, incluse quelle ormonali (locali o sistemiche), e anche trattamenti non farmacologici come la laserterapia e la radiofrequenza.
Una recente innovazione nel campo dei farmaci disponibili per il trattamento dell'atrofia vulvo-vaginale è l'introduzione dell'Ospemifene. Questo medicinale, rappresenta un importante strumento a disposizione del ginecologo per curare le pazienti affette da atrofia vulvo-vaginale.