Perché ogni anno si verificano tanti infortuni al legamento crociato?
Gli infortuni del legamento crociato anteriore si verificano in modo frequente soprattutto in ambiti sportivi. Il Dott. Roberto Pozzoni, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Milano, spiega come deve essere trattata la lesione che interessa il ginocchio e in cosa consiste l’intervento in artroscopia.
La lesione del legamento crociato nello sport
Il legamento crociato anteriore è un fascio di tessuto connettivo fibroso che stabilizza il ginocchio impedendo lo spostamento della tibia rispetto al femore durante i movimenti di flessione, estensione e rotazione del ginocchio.
La sua lesione può avvenire a causa di traumi da sollecitazioni meccaniche che insorgono soprattutto durante l’attività sportiva; questo infortunio è più frequente negli sport con componente rotazionale come calcio, sci e pallacanestro.
Come viene trattata la lesione del crociato?
La diagnosi di rottura del legamento crociato anteriore (L.C.A.) è clinica, confermata da esami strumentali dedicati, quali la R.M.
In base alla gravità della lesione, all’età del paziente, alla sua richiesta funzionale e allo stile di vita che conduce, l’infortunio al L.C.A. può essere trattato in diversi modi:
- Conservativo: il paziente dovrà rispettare riposo lavorativo e sportivo e sottoporsi ad un periodo di fisiokinesiterapia, volto a rinforzare la muscolatura dell’arto inferiore e a migliorare il controllo neuromuscolare dell’articolazione;
- Chirurgico: intervento di trapianto tendineo pro L.C.A. o, in rari casi, intervento di “sutura” legamentosa.
Il trattamento chirurgico è indicato nelle lesioni totali, nei pazienti con richieste funzionali specifiche e anche a scopo preventivo. Infatti, l’instabilità articolare derivante dalla rottura del L.C.A. determina
movimenti preternaturali responsabili di sovraccarico funzionale con possibili lesioni meniscali, capsulo-legamentose e/o cartilaginee.
In che cosa consiste l’intervento in artroscopia?
L’intervento si esegue con tecnica artroscopica, asportando il legamento lesionato che verrà sostituito con autotrapianto (tendine proveniente dallo stesso paziente) o allotrapianto (tendine proveniente da donatore) o trapianto artificiale.
È una procedura chirurgica che può essere eseguita in anestesia spinale o generale e che prevede l’esecuzione di tunnel ossei, attraverso i quali inserire l’innesto tendineo che verrà fissato mediante viti o sistemi di ancoraggio che si appoggiano sulla superficie ossea.
Ad oggi la chirurgia aperta (tradizionale) è riservata alla riparazione di lesioni associate periferiche quali lesioni ai legamenti collaterali e/o lesioni ad inserzioni tendinee periarticolari.
La fase riabilitativa
La fase di riabilitatazione, dopo una ricostruzione del L.C.A., è molto importante e deve rispettare degli step specifici. Il neo-legamento non deve essere sottoposto a stress articolari e pertanto la corretta guarigione deve rispettare i tempi biologici di osteointegrazione. Recenti studi hanno infatti dimostrato che le ri-rotture del L.C.A. sono, nella massima parte dei casi, determinate da tempi di recupero brevi.
Attualmente il ritorno allo sport, dopo una ricostruzione del L.C.A., è di 8/12 mesi. Una corretta tecnica chirurgica, unitamente ad un adeguato programma riabilitativo, consentono al paziente di ritornare a praticare sport a livello agonistico, raggiungendo performance e gestualità tecnica pre-infortunio.
Perché le lesioni al crociato nel calcio sono così numerose?
Il numero di lesioni al L.C.A., soprattutto nel calcio, ha visto un incremento rispetto agli ultimi 20-30 anni; questo perché è cambiato il modo di allenarsi (aumento della velocità di esecuzione del gesto tecnico) e perché è aumentata la richiesta funzionale.
Non dobbiamo tuttavia dimenticare che, negli ultimi anni, sono cambiati i terreni di gioco (campi sintetici) e i materiali tecnici (scarpini, tacchetti). I principali meccanismi traumatici che portano a rotture del L.C.A. sono i movimenti rotazionali e in iper-estensione e iperflessione. Una corretta preparazione fisica, allenamenti dedicati e esercizi di propriocettività, possono ridurre l’incidenza di questa lesione ormai molto frequente nell’ambito sportivo.