Polimialgia reumatica: si guarisce!
La polimialgia reumatica (PMR) è una malattia infiammatoria, che colpisce prevalentemente le persone anziane, con una piccola maggiore incidenza nel sesso femminile
Come si manifesta la polimialgia reumatica?
La malattia insorge spesso in maniera acuta in un soggetto che precedentemente non accusava alcun sintomo doloroso muscoloscheletrico. Essa è caratterizzata da un interessamento prevalentemente del cingolo scapolare e pelvico. Questo interessamento si manifesta con dolore ed impotenza funzionale al collo, braccia, anche e cosce. La malattia coinvolge più i muscoli, i tendini ed i rivestimenti articolari, risparmiando nella maggior parte dei casi le articolazioni. Il dolore può essere molto intenso soprattutto durante la notte, tanto da impedire al paziente il sonno e le normali attività quotidiane. Si può accompagnare ad astenia, febbricola e dimagramento. Tipicamente il paziente non riesce più a pettinarsi o ad alzarsi dalla sedia.
Quali sono le cause della PMR?
Le cause della polimialgia reumatica non le conosciamo. Si sono ipotizzate come cause scatenanti infezioni virali o batteriche, ma nessun esame ha confermato tale ipotesi. Anche stress biomeccanici o psichici non hanno trovato conferma. Essendo la PMR prevalentemente presente nella popolazione anziana è possibile che su una disreattività immunologica, propria della senilità, si possano sovrapporre fattori ambientali che innescano l’infiammazione.
Come avviene la diagnosi?
La diagnosi è fondamentalmente clinica. Il paziente riferisce tipicamente l’insorgenza improvvisa di dolore al collo, braccia, tronco e spesso al bacino e cosce, con grave impotenza funzionale. Le analisi ematochimiche confermano il sospetto diagnostico. La PMR è infatti caratterizzata da un aumento della VES (velocità di eritrosedimentazione) e della PCR (proteina C reattiva) molto importanti. È rarissimo che la malattia abbia la VES e la PCR normali.
In alcuni casi comunque la diagnosi non è così semplice. La diagnosi differenziale più complicata è con l’artrite reumatoide (AR). Raramente infatti la PMR può esordire con dei sintomi simil reumatoidi, con dolore anche alle dita delle mani, ai polsi, alle caviglie e piedi. Al contrario l’AR può esordire con sintomi simili alla polimialgia reumatica.
Non esistono esami specifici ematochimici e diagnostici di immagine che possano aiutare nella diagnosi della PMR.
Occorre comunque escludere che la malattia non rappresenti un sintomo di allarme per un sottostante tumore misconosciuto. La polimialgia reumatica è infatti inclusa tra le sindromi paraneoplastiche. Occorre quindi sempre approfondire gli esami con almeno una radiografia del torace ed un’ecografia addominale per escludere questa eventualità.
Un’altra associazione pericolosa della PMR è con l’arterite gigantocellulare (arterite di Horton). Una cefalea tormentosa con una tumefazione della arteria temporale deve far sospettare questa sovrapposizione. L’arterite di Horton è molto pericolosa, perché se non trattata precocemente con alte dosi di cortisone, può portare alla cecità.
In che modo viene trattata la polimialgia reumatica?
Il trattamento della polimialgia reumatica è relativamente semplice, in quanto prevede l’uso del cortisone. Usare i farmaci antinfiammatori non steroidei è inutile in quanto scarsamente efficaci.
Più complessa è la modalità del trattamento cortisonico. Il dosaggio deve essere inizialmente di 10-30 mg di prednisone (o equivalente) al giorno, da proseguire per alcuni mesi, riducendo progressivamente la dose a seconda dell’andamento clinico e della riduzione della VES. Curare per poche settimane con cortisone la PMR, comporta recidive e rischio di cronicizzazione della malattia. La malattia, se trattata bene, di solito guarisce entro un anno. Purtroppo comunque ci sono rari casi cronici che hanno bisogno di piccole dosi di cortisone per molti anni o addirittura a vita. Sporadiche sono le recidive, ma possono avvenire anche a distanza di molti anni.
Nei rari casi non rispondenti al cortisone, può essere associato un farmaco immunosoppressore come il Methotrexate.