Prevenzione secondaria del tumore alla mammella: tutto ciò che devi sapere
Continuiamo il nostro percorso di prevenzione del tumore alla mammella parlando della prevenzione secondaria. Questo approccio si concentra sulla diagnosi precoce e sull'identificazione di lesioni potenzialmente cancerose prima che il tumore possa progredire. Ne parliamo con il Prof. Santi Gangi, Chirurgo Generale e Chirurgo Oncoplastico a Messina e Catania.
Che cos’è la prevenzione secondaria del tumore alla mammella?
La prevenzione secondaria include tutte quelle attività che mirano a individuare il tumore alla mammella in uno stadio precoce, quando è più curabile. L’obiettivo principale è la diagnosi precoce, che permette di intervenire tempestivamente. Questo è possibile tramite la visita senologica e attraverso esami strumentali come la mammografia, l'ecografia mammaria, e la risonanza magnetica (RM). Un’ulteriore fase della prevenzione è la biopsia per l'analisi istologica di eventuali anomalie riscontrate.
Visita senologica, mammografia e screening: perché sono fondamentali?
La visita senologica è il punto di partenza di un iter diagnostico\terapeutico che deve essere programmato dal senologo in base all'anamnesi familiare e personale della paziente e all'esame obiettivo.
La mammografia è lo strumento principale nella prevenzione secondaria mediante sceening radiologico del tumore alla mammella. Si tratta di un esame radiologico che permette di visualizzare anche le più piccole alterazioni del tessuto mammario. Viene raccomandata generalmente alle donne tra i 50 e i 69 anni con una cadenza biennale, secondo le linee guida italiane. Tuttavia, nelle donne con una storia familiare di tumore alla mammella o portatrici di mutazioni genetiche (ad esempio, BRCA1 o BRCA2), lo screening può iniziare in età più giovane.
Grazie ai programmi di screening, l’Italia ha registrato un miglioramento significativo nella diagnosi precoce del tumore alla mammella, con una riduzione della mortalità legata a questa neoplasia. Intervenire prima che il tumore si sviluppi in maniera aggressiva offre alle pazienti maggiori possibilità di cura, trattamenti meno invasivi e un miglioramento della qualità della vita.
Diagnosi precoce e prevenzione
La diagnosi precoce tramite lo screening clinico|mammografico è fondamentale per individuare il tumore alla mammella nelle sue fasi iniziali, quando è più facilmente trattabile. In Italia, il programma di screening gratuito raccomanda una mammografia ogni due anni per le donne tra i 50 e i 69 anni, ma non è comunque da considerare quasi mai sufficiente ed è sempre opportuno discutere con il proprio medico senologo per valutare la necessità di controlli personalizzati.
Incoraggiare l'autoesame regolare del seno è una strategia importante per familiarizzare con il proprio corpo e notare eventuali cambiamenti. Sebbene non sostituisca lo screening clinico, può aiutare a individuare eventuali anomalie in tempi brevi e consultare tempestivamente il senologo.
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Quali sono i benefici della prevenzione secondaria?
La prevenzione secondaria non solo consente di rilevare il tumore in stadi iniziali, ma offre anche la possibilità di identificare condizioni precancerose. Lesioni come le calcificazioni e i noduli, anche se non immediatamente pericolose, possono essere monitorate con controlli regolari. Il trattamento tempestivo di queste lesioni riduce notevolmente il rischio di evoluzione in un tumore maligno.
Inoltre, una diagnosi precoce permette di accedere a terapie meno invasive come la chirurgia conservativa (tumorectomia o quadrantectomia), evitando interventi demolitivi come la mastectomia, con un impatto positivo sulla qualità della vita della paziente.
L’importanza del follow-up dopo una diagnosi
Una parte essenziale della prevenzione secondaria è il follow-up. Dopo una diagnosi di tumore alla mammella la paziente deve essere seguita costantemente per monitorare eventuali recidive o metastasi. Controlli periodici con visita senologica, mammografie, ecografie e analisi del sangue sono fondamentali per assicurare che il tumore, se dovesse accadere che si ripresenti, venga affrontato tempestivamente.
A quale specialista rivolgersi?
Se sospetti un’anomalia al seno o hai una storia familiare di tumore alla mammella, è consigliabile rivolgersi a uno specialista in Chirurgia Generale o in Chirurgia Oncologica in grado di fornire una valutazione completa e di pianificare il percorso diagnostico più appropriato.
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