Protesi dell'anca: una soluzione per migliorare la qualità della vita
Nel precedente articolo abbiamo visto che la frattura dell’anca può verificarsi in più casi, e che esistono diverse modalità di trattamento. Tra queste vi è proprio l’intervento di protesi dell'anca, di cui parliamo ora insieme al Dott. Fabio Favetti, specialista in Ortopedia e Traumatologia.
Quando è indicata la protesi dell'anca?
La protesi dell'anca è generalmente consigliata nei casi di artrosi dell'anca, una malattia degenerativa delle cartilagini articolari che causa dolore e rigidità. Altre condizioni che possono richiedere l'intervento includono:
- Artrite reumatoide: una malattia infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni.
- Fratture del collo del femore: spesso conseguenti a cadute o traumi, soprattutto in pazienti anziani.
- Displasia congenita dell'anca: una malformazione dell'articolazione che può portare a problemi nel tempo.
- Necrosi avascolare: una condizione in cui il flusso sanguigno all'osso è compromesso, causando la morte del tessuto osseo.
Quando il dolore non è più gestibile con trattamenti conservativi, come farmaci anti-infiammatori o terapie fisiche, l'intervento chirurgico rappresenta la soluzione più efficace.
Quanti tipi di protesi dell'anca esistono?
Esistono diversi tipi di protesi dell'anca, che vengono selezionate in base alle caratteristiche del paziente come età, stile di vita e condizioni generali di salute. Le principali opzioni includono:
- Protesi totale dell'anca: sostituisce completamente l'articolazione, sia la testa del femore che la cavità acetabolare. È l'opzione più comune nei pazienti con artrosi avanzata.
- Protesi parziale dell'anca: utilizzata soprattutto nei pazienti anziani con frattura del collo del femore, in cui viene sostituita solo la testa del femore.
- Protesi a risparmio osseo: destinata ai pazienti più giovani e attivi, permette di preservare una maggiore quantità di osso naturale.
I materiali delle protesi includono metallo, ceramica e plastica ad alta resistenza, scelti per la loro durabilità e biocompatibilità.
Intervento chirurgico e riabilitazione
L'intervento di protesi dell'anca viene eseguito in anestesia generale o spinale e ha una durata media di 1-2 ore. Durante l'operazione, il chirurgo sostituisce l'articolazione danneggiata con l'impianto protesico scelto. Le tecniche chirurgiche moderne, come l'accesso mini-invasivo, permettono una minore perdita di sangue e una ripresa più rapida.
Il percorso di riabilitazione inizia già nelle prime ore dopo l'intervento. La mobilizzazione precoce è fondamentale per prevenire complicanze, come la trombosi venosa profonda, e per favorire un recupero funzionale. Nei primi giorni il paziente viene assistito da fisioterapisti per imparare a camminare con l'ausilio di bastoni o deambulatori. Il completo recupero può richiedere alcuni mesi, durante i quali è fondamentale seguire il programma di fisioterapia.
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Quanto dura la protesi e quali sono i risultati a lungo termine?
Grazie ai miglioramenti nei materiali e nelle tecniche chirurgiche, la durata delle protesi dell'anca si è notevolmente allungata. Oggi, molte protesi possono durare 15-20 anni o più, anche in pazienti attivi. Tuttavia, è importante adottare alcune precauzioni per evitare il rischio di lussazioni o usura precoce della protesi.
I pazienti sottoposti a protesi dell'anca riportano generalmente un miglioramento significativo della qualità della vita, con una riduzione del dolore e un incremento della mobilità. Le attività quotidiane, come camminare, salire le scale e persino alcune attività sportive, possono essere riprese in sicurezza.