Quadrantectomia mammaria e chirurgia oncoplastica
Nei casi di carcinoma della mammella in stadio precoce, la quadrantectomia seguita da radioterapia è oggi considerata la scelta terapeutica privilegiata. Ne abbiamo parlato con il Prof. Gianluca Franceschini, esperto in Chirurgia Toracica
Che cos’è la quadrantectomia?
La quadrantectomia è una tecnica chirurgica che consiste nell’asportazione del tumore al seno insieme a una porzione circoscritta del tessuto mammario sano circostante, con il risultato di conservazione del seno e dell’ottimizzazione degli esiti a livello estetico.
In che percentuali viene scelta la quadrantectomia come tecnica chirurgica?
Ad oggi i centri d’eccellenza effettuano la quadrantectomia (o chirurgia conservativa) nel 75-80% circa dei casi delle pazienti che presentano tumore al seno, proprio per i risultati di cui parlavo.
Per un buon trattamento di chirurgia conservativa è però necessario che l’asportazione della neoplasia sia totale e che il seno risulti essere simmetrico una volta operato, e che quindi mantenga una morfologia soddisfacente in termini estetici.
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Come possono essere d’aiuto le procedure chirurgiche oncoplastiche?
Per ottimizzare al meglio il risultato estetico e controllare l’evoluzione della malattia, negli ultimi anni sono state introdotte delle procedure chirurgiche chiamate “oncoplastiche”, che mettono insieme i principi della chirurgia oncologica con gli accorgimenti della chirurgia plastica.
Queste tecniche sono particolarmente utili nei casi in cui le pazienti presentino le lesioni nei quadranti mediani, inferiori e nella zona retroareolare, che sono a maggior rischio di inestetismi, o nel caso in cui il rapporto diametro tumorale/dimensioni della ghiandola mammaria non sia favorevole.
La chirurgia oncoplastica permette dunque di ottenere un migliore risultato a livello estetico, oltre a evitare interventi più demolitivi o margini di resezione più ampi con minore rischio di recidive locali.
Come scegliere le tecniche oncoplastiche più adeguate?
Le tecniche oncoplastiche più adeguate devono essere scelte accuratamente a seconda di dove si trovi la neoplasia e alle caratteristiche morfologiche della ghiandola mammaria. A seconda poi del volume della ghiandola asportata e alla difficoltà chirurgica a operare, le tecniche oncoplastiche possono essere classificate in:
- Tecniche di I livello: ideali per i tumori che occupano meno del 20% del volume mammario e che prevedono l’esecuzione di incisioni chirurgiche estetiche a livello del solco sottomammario, dell’areola o con un minimo rimodellamento ghiandolare;
- Tecniche di II livello: idonee nei casi di carcinomi più estesi, permettono di asportare fino al 50% del volume mammario.
La tecnica oncoplastica più diffusa è la mastoplastica riduttiva, che consiste nell’utilizzo di lembi dermo-parenchimali, che con la loro mobilità e versatilità sono in grado di riempire i difetti derivanti da exeresi molto ampie. Questa tecnica è consigliata per le donne che hanno il seno medio-grande e ptosico, perché consentono di eseguire resezioni ghiandolari più ampie rispetto a quelle ottenute con le tecniche della quadrantectomia tradizionale, e di migliorare i risultati estetici.
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