Quali sono i diversi tipi di Radioterapia?
L’uso di differenti tipologie di macchinari e di differenti tipi di radiazioni ionizzanti costituisce la base per differenziare i diversi tipi di radioterapia. Ne parliamo in questo articolo con il Dott. Salvatore Bonanno, specialista in Radioterapia e Oncologia
Cos’è la tecnologia LINAC?
La tipologia di più largo utilizzo e diffusione è quella che utilizza i LINAC, acceleratori lineari di particelle, che sono alla base della radioterapia a fasci esterni. Una certa tipologia di LINAC viene utilizzata per produrre ed erogare fotoni ad alta energia (6-15-18-MV). I fotoni in questione sono della stessa natura di quelli utilizzati a scopo diagnostico dai più comini apparecchi radiografici e TAC, ma che vengono “energizzati” mediante una guida d’onda elettromagnetica prima dell’erogazione, assumendo le capacità di penetrazione profonda e quindi di utilizzo terapeutico.
I fasci di radiazioni così prodotti vengono sagomati sul profilo del volume tumorale di interesse mediante sistemi automatici di schermature personalizzate ed erogati utilizzando molteplici porte di entrata. Tutto ciò allo scopo di migliorare la distribuzione della dose terapeutica al volume bersaglio e ridurre quella agli organi sani circostanti.
Gli stessi apparecchi vengono utilizzati per tecniche speciali di tipo stereotassico o radiochirurgico. Queste tecniche consistono nell’erogare grandi dosi di radiazioni in poco tempo e in un numero limitato di frazioni, su volumi relativamente piccoli; sono tecniche molto sofisticate e di grande precisione, di importante ausilio in un approccio conservativo, anche in fasi avanzate o metastatiche di malattia, con lo scopo di eradicare definitivamente la malattia o di cronicizzarla consentendo un migliore qualità di vita possibile.
Esistono LINAC, meno diffusi in genere, che producono anziché fotoni accelerati ed energizzati, particelle atomiche energizzate e accelerate, protoni o ioni, che hanno un utilizzo clinico più ristretto e sfruttano la possibilità di distribuire la loro potenza energetica (e quindi terapeutica) solo a profondità caratteristiche per ciascun tipo di particella, cercando in questo modo di migliorare la distribuzione della dose terapeutica al volume tumorale.
Cos’è la brachiterapia?
Esiste, infine, un’altra tipologia di macchinari, che sfruttando la capacità di alcune sostanze di emettere radiazioni (sorgenti fisiche di radiazioni ionizzanti), porta le stesse a contatto o spazialmente in regione limitrofa a quella tumorale, riducendo in tal modo l’esposizione dei tessuti sani alle stesse radiazioni. Questo viene ottenuto in vario modo, con applicatori specifici, aghi, fili, etc. La tecnica in questione si chiama brachiterapia.
Quali sono i benefici Radioterapia?
Le radiazioni vengono utilizzate con lo scopo di distruggere le cellule tumorali.
L’effetto distruttivo delle radiazioni non è selettivo sul solo tessuto tumorale, ma colpisce tutti i tessuti e organi che vengono interessati dai fasci di radiazione utilizzati, sia dall’esterno che a contatto. Grazie ai moderni macchinari e tecnologie sempre più sofisticate si sta operando uno sforzo sempre maggiore per concentrare la distribuzione della dose utile di radiazioni a volumi complessi e a profondità tessutali variabili. Tale sforzo è importantissimo per garantire sempre la stessa efficacia terapeutica o migliorarla, mantenendo la stessa entità di effetti collaterali o di riducendola.
In altri termini, l’uso di tecniche e tecnologia superiore deve mantenere un indice terapeutico del mezzo radioterapia (rapporto tra effetto terapeutico e entità di effetti collaterali), più alto possibile, per il bene dei pazienti.
Quali sono gli effetti collaterali della radioterapia?
Gli effetti collaterali che si accompagnano si possono sinteticamente raggruppare in effetti acuti e cronici. Gli effetti acuti o precoci riguardano la reazione infiammatoria che si accompagna al danno cellulare e al fenomeno di riparazione, più rappresentati nel tessuto sano che in quello neoplastico; questi solitamente si accompagnano al momento della terapia e perdurano fino a 45-90 giorni dal termine dello stesso trattamento. Gli effetti cronici o tardivi riguardano le modalità di riparazione del danno tissutale degli organi sani limitrofi alla regione irradiata; spesso la rigenerazione tissutale non è totalmente possibile e il tessuto specifico viene sostituito da tessuto connettivo simil cicatriziale. I tessuti perdono di elasticità e trofismo con buon compenso delle attività funzionali specifiche. Il rischio della perdita delle funzioni specifiche è in relazione all’entità dell’organo sano irradiato e dalla dose che questo riceve; ecco perché la fase di elaborazione del piano di cura radioterapico è un momento fondamentale e cruciale.