Ragadi anali: niente timore!
La ragade anale è una piccola lacerazione della mucosa del canale anale, che si forma generalmente sulla parete posteriore e si trova vicino alla transizione con la cute della regione perianale. Questa lesione non tende a guarire spontaneamente senza un trattamento adeguato, ecco perché è importante consultare un esperto come il Dott. Paolo Piovanello.
Quali sono le cause principali delle ragadi anali?
Non esiste una causa unica per lo sviluppo delle ragadi anali, ma diversi fattori possono aumentare il rischio. Tra i principali si trovano:
- Ipertono dello sfintere anale interno, che favorisce la sintomatologia e il mantenimento della lesione.
- Stipsi cronica, che sottopone la mucosa a traumi ripetuti.
- Diarrea frequente o infiammazioni anorettali, che possono irritare e indebolire i tessuti.
- Fattori di stile di vita, come vita sedentaria, sforzi eccessivi, gravidanza e parto, o lunghe ore in piedi.
- Alimentazione inadeguata, con scarso apporto di fibre, verdure e acqua, che può peggiorare la consistenza delle feci.
Quali invece i sintomi?
La ragade anale è una patologia benigna ma può essere molto fastidiosa. I principali sintomi includono:
- Dolore: presente nell’80-90% dei casi, può essere lieve o molto intenso, soprattutto durante e dopo la defecazione. Il dolore può durare da mezz’ora a oltre un’ora, rendendo difficoltoso persino sedersi o riposare.
- Sanguinamento: si verifica nel 70% dei casi, con tracce di sangue rosso vivo sulla carta igienica o, più raramente, alcune gocce nella tazza del wc.
Come vengono diagnosticate?
La diagnosi si basa su una visita proctologica, che può includere l’esplorazione digitale del retto. In alcuni casi, superata la fase acuta del dolore, lo specialista può consigliare un’anoscopia per valutare meglio la situazione.
Quali sono i trattamenti più efficaci?
Trascurare una ragade anale può portare alla cronicizzazione del problema, rendendolo più difficile da trattare. I principali approcci terapeutici includono:
Trattamento igienico-dietetico
- Aumentare il consumo di fibre, frutta e verdura per ammorbidire le feci.
- Bere abbondantemente acqua.
- Evitare cibi piccanti e spezie irritanti.
- Curare l’igiene locale con acqua tiepida e salviettine emollienti, evitando eccessivo uso di carta igienica.
- Indossare biancheria intima in cotone e mantenere la zona asciutta.
Trattamento farmacologico
Si utilizzano farmaci mirati a rilassare lo sfintere anale interno, riducendo il tono muscolare e favorendo la guarigione.
Trattamento chirurgico
Nei casi cronici o resistenti ai trattamenti conservativi, si ricorre alla chirurgia. La tecnica più comune prevede una lieve incisione dello sfintere interno per ridurre l’ipertono e consentire la guarigione della mucosa.
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Conclusioni
Sebbene la ragade anale sia una condizione benigna, può compromettere notevolmente la qualità della vita a causa del dolore e del disagio che provoca. Una diagnosi precoce e l’adozione di adeguati trattamenti possono evitare complicazioni e garantire una rapida guarigione. Se sospetti di avere una ragade anale prenota un appuntamento con il Dott. Paolo Piovanello per valutare la terapia più adatta.