Relazione tra pemfigoide bolloso e gliptine
Negli ultimi anni si è dimostrata una relazione tra gli inibitori della Dipeptidil Peptidasi-IV (DPP4) o gliptine, farmaci utilizzati per curare il diabete, e il pemfigoide bolloso. Secondo lo studio svolto, le gliptine inducono la comparsa del pemfigoide bolloso. Scopriamo in questo breve articolo in che cosa consiste tale patologia e come gli inibitori DPP4 rappresentano un fattore di rischio
Che cos’è e come si manifesta il pemfigoide bolloso?
Si tratta di una patologia autoimmune con andamento cronico che si caratterizza per l’insorgenza di lesioni bollese a contenuto sieroso o sieroematico che compaiono sulla cute spesso in associazione a lesioni orticarioidi. Tale patologia colpisce prevalentemente gli anziani.
Le bolle e vescicole possono avere varie dimensioni e sono spesso accompagnate da un prurito intenso.
Le zone del corpo interessate includono il tronco e le estremità ma i si possono presentare anche a livello del cavo orale, degli occhi, del naso e dei genitali.
Il decorso del pemfigoide bolloso è di solito benigno, con periodi di remissioni spontanee alternati a recidive. Si possono distinguere due fasi:
- Fase iniziale o orticarioide: si caratterizza da chiazze eritematose associate ad elementi pompoidei molto pruriginose e viene spesso diagnosticata come orticaria o eczema;
- Fase conclamata o bollosa: si caratterizza dall’insorgenza di grosse bolle tese o vescicole, che evolvono in erosioni o croste.
Come si diagnostica?
La diagnosi di questa patologia avviene tramite una biopsia cutanea per l’esecuzione dell’esame istologico e dell’immunofluorescenza diretta su cute. È utile eseguire anche l’immunofluorescenza indiretta su siero e la ricerca degli anticorpi per BP180 e BP230.
Tramite queste indagini si può fare una diagnosi accurata nell’ambito delle patologie bollose autoimmuni.
Ciò è fondamentale per differenziare il pemfigoide bolloso dal pemfigo volgare, poiché quest’ultimo presenta una prognosi diversa e a volte peggiore.
Come viene trattato il pemfigoide bolloso?
Sulla base della gravità ed estensione della malattia, si impiegano i seguenti trattamenti:
- Corticosteroidi per via topica
- Corticosteroidi orali
- Farmaci immunosoppressori
Spesso nella fase inziale per curare tale patologia si utilizzano corticosteroidi sistemici e topici. Qualora fosse necessaria una terapia di mantenimento si può valutare l’impiego di diversi farmaci con effetto immunosoppressore.
Qual è la relazione tra il pemfigoide bolloso e le gliptine?
Secondo recenti studi, è stato dimostrato che i pazienti che seguono un trattamento con inibitori della DDP4 presentano un rischio più elevato di sviluppare il pemfigoide bolloso.
Anche nei nostri studi è stata dimostrata un’importante associazione tra l’assunzione di gliptine e l’insorgenza del pemfigoide.
Si tratta di una segnalazione molto importante perché il paziente che assume gliptine è un paziente diabetico con spesso associate altre patologie dismetaboliche.
L’insorgenza di una patologia bollosa, che costringe il Dermatologo curante ad utilizzare farmaci cortisonici o immunosoppressori, crea un’aggravante sul paziente già fragile per il diabete con possibile peggioramento della sua patologia iniziale.
Ciò comporta spesso un circuito vizioso con associati problemi gestionali e terapeutici.
Per tale motivo ritengo che la pubblicazione del nostro lavoro sia importante. La speranza è che possa contribuire a prevenire la concomitanza di due patologie importanti nello spesso paziente.